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Energia, ecco perché serve il nucleare di nuova generazione

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Gilberto Pichetto Fratin
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Caro direttore, sono a Baku perla COP29 e noto con piacere, dalla rassegna stampa degli ultimi giorni, che sul nucleare si sta sviluppando anche in Italia un confronto finalmente libero da pregiudizi ideologici. Era uno degli obiettivi che mi ero posto un anno fa quando ho avviato presso il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica la Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile. Il risultato è stato quello di aver tolto un tappo che quasi per convenzione, dopo i difficili anni Ottanta e Novanta, si era formato sul tema nel nostro Paese. Mi sono accorto infatti, arrivando al Mase, che il nostro sistema di ricerca in realtà non si era mai fermato. Abbiamo mantenuto, nonostante il blocco dovuto ai referendum, le migliori competenze tecnologiche che ci consentono oggi di essere presenti nel settore globale in modo qualificato sia in termini industriali che di capitale umano. Per questo ho ritenuto indispensabile mettere a sistema le migliori competenze del Paese, riunendole nella Piattaforma.

Da quel momento si è creata una vera e propria corsa alla presenza, alla condivisione e alla partecipazione che ci ha consentito, in un solo anno di lavoro, di avere una visione complessiva e organica delle potenzialità che l’Italia può avere nella ricerca e – perché no – nella ripresa della produzione di energia da fonti nucleari. L’attuale sindaco di Milano ha contribuito ad alimentare un confronto che il governo ha avviato e che sarà determinante per creare una opinione pubblica informata e consapevole, senza pregiudizi ideologici. È la dimostrazione che di questo tema bisogna parlare, parlare e informare ancora. Proprio da Baku ho il dovere di sottolineare che il nucleare di generazione avanzata, in attesa dell’energia da fusione, sulla quale siamo tutti d’accordo, non è alternativo alle rinnovabili ma le può affiancare e completare, per avere una transizione sostenibile non solo da un punto di vista economico ma anche sociale.

 

 

Acclarato quindi che il nucleare di ultima generazione può essere utile per garantire la sicurezza energetica del Paese, il dibattito nei prossimi tempi andrà svolto anche sulla sua convenienza economica. Oggi ancora non sappiamo con precisione quanto costerà un modulo nucleare di nuova generazione, ma è nostro il preciso dovere di creare le condizioni affinché si possano adottare anche sul nostro territorio, se sarà conveniente per le imprese e le famiglie italiane. Responsabilità alla quale non ci sottrarremo di certo, per il bene dell’Italia. Qualcuno dice che parliamo ancora del nulla. A costoro chiedo: sono visionari allora Google e Amazon che hanno fatto ordini per avere dei moduli di ultima generazione già per il 2030? Ad oggi l’Italia ha una domanda di energia elettrica pari a circa 305 Terawatt l’anno. Lo sviluppo delle più moderne tecnologie e dell’intelligenza artificiale, insieme alle politiche di decarbonizzazione in tutti i settori, comporterà un aumento esponenziale della domanda di energia nel prossimo ventennio: abbiamo immaginato nel Pniec, il Piano nazionale integrato energia e clima, che nel 2050 la domanda di energia potrebbe raddoppiare, superarando i 650 Terawatt.

Inoltre, l’indirizzo che sta prevalendo a livello internazionale, è che bisogna essere in grado di autoprodurre, in modo sicuro e sostenibile, l’energia di cui si ha bisogno. Quello che stiamo facendo è di consentire all’Italia di stare in linea con i più grandi ed evoluti paesi al mondo. Posto che ci compete e che vogliamo mantenere. Un ultimo punto: io credo che non ci saranno più grandi centrali in Italia con la generazione avanzata di nucleare. Questo va spiegato ai cittadini e alle imprese. Insieme al concetto che il nuovo nucleare è assolutamente sicuro. Il collocamento dei moduli nucleari lo deciderà il mercato. Lo Stato farà da garante e da regolatore. Caro direttore, oggi non stiamo decidendo che l’Italia si doterà certamente del nucleare di generazione avanzata, stiamo solo consentendo al nostro Paese di poter valutare e scegliere al momento opportuno. Di non restare indietro. Gli stiamo offrendo una opportunità in più, nella quale noi crediamo fermamente, che molti invece vorrebbero sottrarci. Entro fine anno presenterò una legge delega che consentirà di valutare la fattibilità economica del nucleare in Italia. Come è nella consuetudine di questo governo, passiamo dalle parole ai fatti. Scrivendole da Baku posso aggiungere di essere orgoglioso che il nostro paese sia tra i capofila di un percorso che anche qui, alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, è seguito con interesse dai più grandi stati del mondo.
Agli incerti dico: guardiamo insieme verso il futuro, senza fossilizzarci sul passato.

*Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica

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