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Stellantis, la 500 algerina stende Mirafiori

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«Non abbiamo intenzione di chiudere alcun stabilimento in Italia e neppure di fare licenziamenti collettivi. Stellantis ha un piano solido per l’Italia, che è stato condiviso con i nostri partner sindacali, e che oggi condividiamo a questo tavolo». Così Giuseppe Manca, responsabile risorse umane di Stellantis in Italia, ieri presente al tavolo convocato al Mimit, che ha poi ricordato gli interventi previsti in tutti gli stabilimenti lungo lo Stivale.

E se di fronte a questi annunci i sindacati sono rimasti scettici, visto l’atteggiamento tenuto dai vertici da ormai troppo tempo, e hanno insistito sulla necessità di spostare il confronto direttamente a Palazzo Chigi, per ora quel che sono riusciti a ottenere è stato solo un nuovo incontro al Mimit il prossimo 16 dicembre. Più speranzoso in un cambio di passo e forse un po’ troppo accondiscendente con il colosso dell’automotive franco-italiano è stato ieri il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha promesso di incrementare le risorse per il settore auto già nel 2025 di altri 200 milioni di euro, oltre ai 200 milioni residui del fondo. A questi, poi, andrebbero ad aggiungersi i 240 milioni rimasti dai vecchi piani per gli Ecobonus. Ci sono poi 500 milioni per i contratti di sviluppo sui settori in transizione, a cominciare dall’automotive, che potrebbe raddoppiare dopo un confronto con la Commissione Ue. Quindi, a conti fatti, si tratterebbe di un gran bel gruzzoletto di un miliardo e 640 milioni per il 2025 e il 2026. Risorse che saranno destinate non più agli incentivi, ma a sostegno delle imprese, soprattutto degli investimenti della filiera dell’automotive.
«Gli ecobonus» ha sottolineato Urso, «svenano gli Stati, ma non risolvono il problema. È come svuotare un oceano con dei secchielli.

 

 

 

Quest’anno abbiamo investito un miliardo su Stellantis, che aveva sostenuto che la misura avrebbe aumentato la produzione in Italia. Ma è accaduto l’esatto contrario e quindi, non la riproporremo più. D’ora in avanti destineremo tutte le risorse del fondo a sostegno delle imprese, soprattutto degli investimenti della filiera dell’automotive». In cambio, Urso ha chiesto a Stellantis di assumersi la responsabilità sociale del rilancio in Italia con un piano dettagliato.

 

 

 

Il piano illustrato da Manca prevede per Melfi 5 modelli: nel 2025 uscirà nel I trimestre la prima Ds e, nel III trimestre, la nuova Jeep Compass elettrica. Nel 2026 arriverà nel I trimestre la seconda vettura Ds, nel II la Jeep Compass Ibrida e nel III la nuova Lancia Gamma. Valutazioni sono in corso per nuovi progetti a Pomigliano d’Arco e ad Atessa, mentre a Cassino la Maserati Grecale andrà oltre il 2030.

 

 

 

Se questo è ciò che Stellantis giura che accadrà lungo lo Stivale da qui ai prossimi anni, sul mercato però- si vendono solamente le vetture fatte all’estero. E quello che sta accadendo con la Fiat 500 è emblematico: a Mirafiori quellaelettrica è senza ordini (tamto che a dicembre gli operai lavoreranno solo qualche giorno), in Algeria la Fiat 500 ibrida ha invece troppe richieste, tanto che Stellantis ha deciso di fermare, temporaneamente, i nuovi ordini. Come segnalato pure da un take dell’agenzia Ansa, in Algeria, la produzione della Fiat 500, prodotta a Orano, è stata sospesa «a causa di una forte domanda registrata dall’inizio del mese». Ricordiamo che lo stabilimento in Algeria è stato inaugurato a fine 2023 e puntava su una capacità produttiva iniziale di 60mila vetture l’anno per il 2024. Numeri praticamente già superati. Chissà se accadrà lo stesso pure in Italia....

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