Il siluro di Giorgetti su Landini e Bombardieri: come inchioda i sindacati
Ci sarà tempo fino al prossimo 12 dicembre per aderire al concordato preventivo e guadagnarsi, con un modesto aumento dei contributi fiscali, 24 mesi di tranquillità tributaria. Evitando di incorrere in una sventagliata di controlli fiscali. La decisione presa da Palazzo Chigi - su consiglio dei tecnici del Tesoro - dovrebbe fruttare un aumento del gettito. Al 31 ottobre (prima finestra del concordato preventivo) le stime più aggiornate ipotizzano un maggiore incasso di 1,3 miliardi. Allargando ulteriormente la platea degli aderenti - ed estendendo i termini temporali come chiedono da settimane i commercialisti che non riuscivano a stare dietro alle rigide scadenze imposte per l’adesione - a via XX Settembre si punta soprattutto ora a far lievitare il gettito. Per i commercialisti, però, nonostante la “seconda finestra” non arriveranno più di 300/400 milioni. Secondo i conteggi dell’Attuario servirebbero invece 2,5 miliardi per ridurre le imposte al secondo scaglione Irpef dal 35 al 33%.
A inizio novembre le stime ipotizzavano un incasso di 1,3 miliardi per l’adesione di appena il 13% della platea dei potenziali interessati (in tutto 4,1 milioni di soggetti interessati). Mentre il governo si ingegna per racimolare quattrini e riuscire a tagliare, come promesso, le imposte in capo ai lavoratori Cgil e Uil (ricevuti ieri a Palazzo Chigi per la presentazione ufficiale della manovra di bilancio) confermano l’intenzione di bloccare il Paese, ribadendo la volontà di trascinare in piazza i propri iscritti ribadendo la volontà di confermare per il 29 novembre lo sciopero generale. Dopo 7 ore di dettagliata illustrazione dei contenuti per famiglie, imprese e lavoratori - di fronte all’intransigenza di Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri - anche il solitamente paziente Giorgetti si lascia andare ad una ricostruzione piccata. «Lunedì a quest’ora», racconta intervenendo a a Perugia all’evento “la Lega di governo per Tesei presidente”, «al termine di un incontro durato sette ore con i sindacati alcuni di loro hanno incredibilmente confermato lo sciopero generale. Questa cosa e veramente senza senso: non si riesce ad accettare che stiamo abbassando le tasse, questa cosa da loro tremendamente fastidio. Lo stiamo facendo con un po’ di intelligenza». Una volontà ribadita anche dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
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Il titolare di Via XX Settembre lo ammette senza tanti giri di parole: «Voglio togliermi un sassolino sulla sanità: non abbiamo per niente tagliato la spesa, anzi la spesa per la continua ad aumentare. E abbiamo anche i dati depurati dall’inflazione, a valori reali». Ma non basta. In serata il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani annuncia che sono state «trovate le risorse per arrivare all’incirca al raddoppio della platea del “cosiddetto bonus Natale”, per includere, come avevano chiesto anche le opposizioni, chi era rimasto fuori all’inizio, come le famiglie monogenitoriali». L’estensione del beneficio fiscale (100 euro netti, non tassati con redditi complessivi non superiori ai 28mila euro lordi). Ciriani spiega che il provvedimento è stato già approvato «in Consiglio dei ministri, all’interno del decreto per la riapertura del concordato preventivo». A questo punto il testo dovrebbe essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale per confluire nel decreto fisco già all’esame del Senato.
Adesso bisognerà vedere se se arriveranno le auspicate risorse finanziarie necessarie per limare del 2% le aliquote fiscali del secondo scaglione Irpef. «Chi non è riuscito ad aderire entro la precedente scadenza del 31 ottobre», spiega il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, «potrà ora aderirvi attraverso questa nuova finestra». «Si tratta di un importante prova di ascolto da parte del governo, che dopo un confronto con le categorie e i professionisti ha deciso di allargare ulteriormente la possibilità di aderire a una misura apprezzata e conveniente per tutti: Stato e cittadini». Il vice ministro chiarisce: «Si è potuto fare solo ora in quanto al 31 ottobre era necessario acquisire dati certi sul gettito del concordato per avviare un’ulteriore riduzione delle tasse dal 2025.
Il fisco che abbiamo sempre professato di volere è proprio questo: semplice e dialogante con i contribuenti». Il concordato consente di pagare per 2 anni le tasse sulla base di una proposta formulata dall’Agenzia delle Entrate, coerente con i parametri contenuti nelle banche dati a disposizione dell’amministrazione finanziaria. Rivendica l’approvazione della misura il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Come richiesto da Forza Italia il governo ha deciso di riaprire i termini per il concordato preventivo. Utilizzeremo le ulteriori risorse che entreranno per sostenere il ceto medio». L’intenzione è di privilegiare i nuclei familiari più numerosi con figli minorenni a carico. Una decisa sterzata verso una politica di attenzione fiscale riservata ai nuclei con bambini. Se poi dovessero essere racimolati più soldi si provvederà a potenziare pure l’Assegno unico universale, strumento di immediato intervento economico a favore delle famiglie con redditi Isee sotto i 40mila euro anni.
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