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Borsa, ecco cosa cambia dopo le elezioni negli Stati Uniti

Buddy Fox
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Ci vorranno molti giorni prima di conoscere il nome del prossimo presidente, l'America non è mai stata così divisa. Il ricordo di Florida2000 torna come un incubo nei pensieri di investitori e media, quell'elezione secondo le previsioni doveva essere stravinta da Al Gore, invece si risolse alla Corte Suprema con un verdetto alla vigilia di Natale dopo 43 giorni ossessionati dai controlli di una manciata di schede. Questa volta si chiamano i pompieri in anticipo, e come al solito (per fortuna) non c'è nessun incendio, tempo poche ore ed ecco il verdetto: ha vinto, ha stravinto Trump. The Donald II, l’incubo di Obama, è ritornato!

Ma queste sono annotazioni politiche, a noi interessano i mercati, e l'analisi più curiosa la fa a urne aperte Barisoni a Radio24, commentando il rialzo anticipato a Wall Street dicendo che i mercati si aspettano un voto molto incerto e questo favorirebbe il business. Ci hanno sempre detto che l’incertezza è il peggior nemico per le borse, evidentemente è un pensiero boomer, oggi i tempi sono cambiati. All'alba però, incassata Georgia, North Carolina e Pennsylvania, suona la campanella, pronti via e subito tutte le borse al rialzo, a conferma che è sempre meglio la certezza bella o brutta dell’incertezza. Ma in questa certezza siamo sicuri che la vittoria di Trump sia un bene per tutti? Non per la Cina, che parola di Trump è il primo obiettivo commerciale da combattere. Infatti Hong Kong con la consueta saggezza cinese, riflette e indietreggia a -2,23%. L’Europa invece sale e bene, e ci si chiede cosa ci sia da festeggiare viste le pessime considerazioni che Trump ha nei confronti del nostro continente. La colazione deve aver portato consiglio, dopo le 11 si comincia a flettere, prima Piazza Affari e dietro tutte le altre. Wall Street invece sale, «sarà l’epoca d’oro dell’America», dice Trump, e sale tutto, piccolo e grande ma “made in Usa”, e vola anche il dollaro!

Nella consueta liturgia preelettorale in cui si elencano le previsioni in caso di vittoria di un candidato o dell’altro, sulla vittoria di Trump si diceva: favoriti saranno borse, azioni bancarie e petrolifere, bitcoin, dollaro; sfavoriti i Treasury. Si sono dimenticati, tra gli sfavoriti, di Powell, che ora si ritrova come ceo l’uomo che 6 anni fa lo voleva licenziare, e che sarà disposto a tutto pur di spingere l’economia, anche a risvegliare l'inflazione. O forse Powell è nella posizione migliore, perché pur di fare un dispetto al suo capo, potrà agire come i mercati meno si aspettano.

WALL STREET: ripeto la previsione di scorsa settimana “se vince Harris la Borsa scenderà, se vince Trump prima si salirà poi si andrà giù”.
BITCOIN: i mega trend sono così, per continuare a salire hanno solo bisogno di una scusa.
DAX: tra le simpatie di Trump non c'è sicuramente la Germania, e nei prossimi giorni questa antipatia la vedremo riflessa nella sua borsa.
SMCI: il tracollo continua. Io vi avevo avvisato.

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