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Stellantis, John Elkann diserta il Parlamento? L'ira di FdI: "Uno schiaffo ai cittadini"

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John Elkann ha deciso: non andrà in Parlamento per discutere dei piani di Stellantis in Italia. "Non abbiamo nulla da aggiungere - ha spiegato in una lettera scritta al presidente della commissione Attività Produttive della Camera, Alberto Gusmeroli - rispetto a quanto già illustrato dall'amministratore delegato". Per Elkann quindi l'audizione di Carlos Tavares dello scorso 11 ottobre è stata sufficiente a fare chiarezza sulla strategia della casa franco-italiana.

"Il no di John Elkann all’audizione in Parlamento - come chiesto più volte perché fondamentale prima di aprire qualsiasi tavolo di confronto - non è solo una mancanza di rispetto nei confronti di una istituzione fondante dello Stato, ma è anche uno schiaffo ai cittadini e lavoratori che da quella istituzione sono rappresentati. Il presidente di Stellantis, dunque, non ritiene che le Camere siano un suo giusto ’palcoscenico' per esporre le politiche industriali dell’azienda che, ricordiamo, ormai da anni colpisce i dipendente e regala ai suoi azionisti gli utili. Chiediamo, quindi, chiarezza e soprattutto la conferma di un dialogo a cui Elkann ha sempre detto di non volersi sottrarre". Cosi Gianluca Caramanna, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Attività produttive.

"Il fatto che Elkann abbia risposto negativamente alla richiesta di audizione del Parlamento, è un grave sgarbo istituzionale. La risposta ’ha già detto tutto Tavares’ non è accettabile. Non è stato Tavares a vendere Magneti Marelli promettendo di mantenere posti di lavoro e fabbriche, così come è stato. Elkann ad accettare gli impegni occupazionali e produttivi per l’Italia in cambio di una garanzia di 6,3 miliardi quando ne aveva disperatamente bisogno. Resteremo la richiesta ma nel mentre speriamo che Palazzo Chigi finalmente lo convochi". Così il segretario di Azione, Carlo Calenda, sui social.

 

 

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