Stellantis, aria di rivoluzione: la mossa da ultima spiaggia di Carlos Tavares
Colpo di reni o canto del cigno? Difficile dirlo. Di sicuro c’è che la vita per Carlos Tavares da un po’ è diventata assai burrascosa. Qualche settimana fa la notizia che i vertici di Stellantis hanno già avviato la ricerca del successore, poi le voci di una sostituzione prima della fine del mandato nel 2026, la presunta caccia ad un Marchionne-Boy, tra cui Luca De Meo o Alfredo Altaville, infine la stessa ammissione del manager di non escludere, ma solo a fine corsa, il pensionamento. «È un’opzione, è un’esigenza anche di mia moglie», ha detto qualche giorno addietro.
Nel mezzo ci sono l’annuncio della società di stime al ribasso su utili e fatturato, i dati catastrofici delle vendite e la perdita inarrestabile di quote di mercato ovunque, la minaccia di un altro sciopero devastante dei sindacati Usa e l’ipotesi dell’azienda di far causa alle sigle per danni, la prima protesta unitaria di Cgil, Cisl e Uil prevista per il 18, la sollevazione birpatisan della politica che ha chiesto e ottenuto la convocazione del manager in Parlamento prevista domani.
In questo scenario apocalittico ieri, grazie alle indiscrezione di Bloomberg, è spuntata la notizia che Tavares avrebbe intenzione di mettere mano ad «una profonda riorganizzazione del gruppo». Mossa della disperazione o zampata del vecchio leone? Staremo a vedere. Le informazioni, per ora, sono fumose. Il capo di Stellantis potrebbe presentare la sua proposta al consiglio di amministrazione in programma nei prossimi giorni negli Stati Uniti. I tagli dovrebbero riguardare vari dipartimenti, ma anche i manager dei marchi. Non è chiaro se il piano di Tavares sarà sostenuto dal cda che, oltre alla crisi del gruppo negli Usa, dovrebbe parlare anche del futuro dell'amministratore delegato.
Le cose non vanno meglio in Italia. I sindacati si sono detti disponibili a incontrarlo, ma non domani come auspicava l’amministratore delegato, nel giorno in cui il Ceo interverrà in Commissione alla Camera. Le sigle sindacali lo vedranno solo dopo lo sciopero e la manifestazione nazionale indetta a Roma per il prossimo 18 ottobre. «Nel ringraziarvi dell’invito ricevuto per l’incontro previsto l’11 ottobre con il ceo di Stellantis, Carlos Tavares, e condividendo l’importanza di dare continuità agli incontri coi massimi livelli della società, vi chiediamo di spostare l’incontro alla settimana successiva», si legge nella lettera inviata congiuntamente dai tre segretari generali confederali di Cgil, Cisl e Uil.
In attesa di una risposta su un eventuale slittamento della data, i sindacati Aqcfr, Fismic Confsal e Uglm hanno, intanto, fatto sapere che invece incontrerebbero Tavares anche domani. «Parteciperemo all’incontro in quanto siamo soliti prender parte a tutte le occasioni di confronto con le aziende che possono essere utili a migliorare le condizioni occupazionali dei lavoratori di Stellantis e di quelli dell’intero comparto automotive. Specie in un momento di grande delicatezza e di incertezza, riteniamo che ai lavoratori il sindacato debba offrire tutte le migliori garanzie per il futuro, e con questo spirito parteciperemo all’incontro convocato da Stellantis».
Di certo, per ora, c’è solo che Tavares sarà ascoltato dalla Commissione Attività Produttive. Un’iniziativa lanciata da Carlo Calenda a cui hanno aderito tutte le forze politiche, spingendo il manager ad accettare l’invito. Resta ora da capire se il ceo portoghese annuncerà proprio in Parlamento la rivoluzione di un gruppo che per ora sta trascinando verso il baratro.
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