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Turismo, in Finanziaria 500 milioni di euro per far rivivere i borghi italiani

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Mentre il governo si prepara a discutere la Legge di Bilancio 2025, il Piano Nazionale Borghi emerge come uno degli elementi chiave delle politiche di culturali in chiave di rilancio del territorio. Dopo aver ottenuto risultati positivi nel corso degli ultimi anni, il piano si appresta a ricevere un sostanzioso incremento di fondi da parte di Palazzo Chigi e l'introduzione di nuove misure per garantire una maggiore efficacia nel combattere lo spopolamento e nel promuovere lo sviluppo sostenibile dei piccoli centri.  Il governo sta infatti lavorando per aumentare nella prossima Finanziaria i fondi destinati al Piano Nazionale Borghi che si vanno ad aggiungere ai 420 milioni di euro destinati a quelli selezionati dalle Regioni e dalle Province autonome, ai 380 milioni di euro destinati a quelli storici e al bando da 200 milioni di euro destinato alle imprese per promuovere ulteriori iniziative. Si parla di 500 milioni di euro

 

Questi fondi saranno diretti principalmente verso il potenziamento delle infrastrutture culturali e la promozione del turismo sostenibile, elementi essenziali per rilanciare l’economia locale. Un esempio concreto è l'avvio di progetti pilota in regioni come Toscana, Lazio, Sicilia e Puglia, che mirano a testare nuove modalità di gestione dei fondi e a raccogliere dati utili per espandere ulteriormente il piano. Anche puntando su innovazione e digitalizzazione. Una delle novità più rilevanti nella nuova fase del piano del governo è infatti la digitalizzazione delle offerte culturali di questi centri. Parte dei fondi sarà infatti dedicata alla creazione di piattaforme online per promuovere eventi culturali e vendere prodotti locali, aprendo nuove opportunità per le comunità locali e per il turismo. Questa spinta verso il digitale rappresenta un tentativo di modernizzare l’immagine dei piccoli comuni, rendendoli più accessibili e attrattivi per i giovani e per un pubblico internazionale.

 

Del resto questi borghi rappresentano anche una risposta efficace all'iperturismo che affligge le località più note come Venezia, Firenze e Roma.  Investire nei borghi offre infatti un'alternativa sostenibile, redistribuendo i flussi turistici e preservando le località più note dai danni causati dall'afflusso eccessivo di turisti. Di esempi ce ne sono tanti. Civita di Bagnoregio (in provincia di Viterbo), ad esempio, è diventato un simbolo di rinascita grazie agli investimenti in infrastrutture e alla promozione di eventi culturali tanto da meritarsi la citazione del ministro Gennaro Sangiuliano: "Civita di Bagnoregio è un esempio lampante di come la valorizzazione del patrimonio culturale possa trasformare un borgo quasi abbandonato in un centro di attrazione internazionale", ha detto il ministro riconoscendo il merito a questo borgo, noto anche come "la città che muore" per la sua posizione precaria su una collina di tufo, di essere diventato meta di migliaia di turisti ogni anno, con un aumento delle entrate fiscali locali e un impulso all'economia del territorio. Poi c'è Matera: pur essendo più grande di un borgo, Matera rappresenta un caso studio per il rilancio economico attraverso la cultura. Il Ministro ha sottolineato come Matera sia "la prova che anche i centri più isolati possono diventare capitali culturali di rilevanza mondiale se supportati da una visione e da investimenti adeguati." Il successo di Matera come Capitale Europea della Cultura nel 2019 ha infatti generato un incremento del turismo e delle entrate economiche, creando un effetto domino positivo sull'economia regionale. Sangiuliano ha fatto anche l'esempio di Sambuca di Sicilia dove il comune ha messo in vendita le case a 1 euro, attirando l'attenzione internazionale e stimolando il rinnovamento abitativo e culturale. "Iniziative come quelle di Sambuca non solo rivitalizzano il patrimonio edilizio, ma creano anche nuove comunità e attraggono investimenti," ha affermato Sangiuliano. Va da sé che il rinnovato interesse per Sambuca ha portato a un incremento delle entrate locali e ha contribuito alla creazione di nuovi posti di lavoro.

 

Nonostante l'entusiasmo per queste nuove misure, il contesto economico italiano presenta però sfide significative. La situazione obbliga il governo a fare scelte strategiche su dove concentrare le risorse, e il Piano Nazionale Borghi rappresenta un esempio di come cultura ed economia possano intrecciarsi in modo virtuoso in una strategia più ampia che vede nella cultura un motore di sviluppo economico e coesione sociale.  Il futuro dei piccoli borghi italiani non è solo alla tradizione e alla storia, ma anche alla capacità di innovare e di adattarsi ai cambiamenti globali.

 


 

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