Von der Leyen rieletta presenta il conto: dall'auto al mattone, quanto costa la stangata
Intendiamoci, non è che se Ursula von der Leyen non fosse stata rieletta, domani avremmo risolto tutti i problemi dell’Europa. Epperò qualche dubbio sull’opportunità di confermarla alla guida dell’Unione resta. Anche perché se il buongiorno si vede dal mattino, per ora non si intravedono grandi segnali di discontinuità rispetto alla precedente gestione. Lasciamo stare la politica estera e la questione migranti, temi complessi su cui le responsabilità degli Stati sono forse superiori a quelle della Commissione. Ma sul Green deal e sulla furia regolatoria, gli euroburocrati al servizio della von der Leyen la differenza l’hanno fatta eccome. E i risultati sono, purtroppo, visibili anche a chi non ha lo sguardo troppo acuto. Ieri dopo la Apple, che qualche settimana fa ha annunciato che non doterà gli iPhone venduti in Europa dell’intelligenza artificiale di cui potranno usufruire tutti gli utenti del resto del mondo, anche Meta (Facebook), ha deciso che non rilascerà nell’Ue il suo prossimo modello di intelligenza artificiale «a causa della natura imprevedibile del contesto normativo europeo».
Insomma, a forza di imporre norme Bruxelles non avrà più nulla da normare, perché chi innova e crea il futuro scappa. Così come scapperanno (o moriranno) i produttori di auto. L’ossessione per l’elettrico, con lo stop programmato ai motori endotermici, sta avendo un effetto ben preciso: le vendite di auto non ripartono, e quelle di veicoli a batteria continuano a diminuire mese dopo mese. Qualcosa, al di là dei danni provocati alla filiera delle quattroruote, non funziona. E non funziona tanto bene neanche la strategia sulla decarbonizzazione: mentre cresce la domanda nel mondo di idrocarburi noi continuiamo a puntare sulle rinnovabili, pensando che abbattere il nostro 9% delle emissioni mondiali di CO2 possa avere un effetto sul cambiamento climatico, mentre il resto del mondo brucia carbone. gas e petrolio come se non ci fosse un domani.
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Stessa follia applicata alle case. La loro quota di emissioni mondiali è circa dell’1%, ma va azzerata, ha sentenziato la von der Leyen. Risultato: i prezzi delle nuove abitazioni, in regola con le direttive capestro dell’Ue, sono saliti alle stelle, quelli delle vecchie sono crollati e nessuno si azzarda più a fare acquisti, terrorizzato da quello che potrà succedere. Forse non è tutta colpa di Ursula. Ma sulla tolda di comando c’era lei. E ieri non ci è sembrato di scorgere pentimenti sugli errori del passato.
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