Stellantis, "passate in officina": la lettera imbarazzante, via il tricolore
Cambia la targhetta e l’Italia non c’è più... sulla macchinina. Tolto il tricolore dalla livrea della Topolina (realizzata in Marocco su ideazione, progetto e concessione italiana), la due posti ideata dal Lingotto per intercettare il segmento di mercato della auto cittadine torna sotto i riflettori. L’azienda automobilistica ha deciso di contattare i clienti già usciti dalle concessionarie per rimuovere il fregio tricolore al centro delle polemiche del maggio scorso.
E così da giorni Stellantis sta inviando mail a raffica a tutti i clienti che avevano già acquistato la Topolino con ancora installato sulla carrozzeria il tricolore. «Gentile cliente, la informiamo di un’iniziativa che Fiat ha scelto di intraprendere nelle ultime settimane. Come avrà notato sulla sua Topolino ci sono due piccoli adesivi rappresentanti la bandiera italiana sui lati, vicino alle portiere. Alla luce di taluni recenti equivoci», spiega la missiva della casa italofrancese, «siamo a sua disposizione per rimuoverli a nostre spese. Per lei sarà sufficiente recarsi presso il suo riparatore autorizzato Fiat». Se poi il velivolo dovesse essere già stato venduto non c’è problema: «Qualora avesse già venduto la sua vettura, la preghiamo di comunicarci nome e indirizzo del nuovo proprietario».
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Dopo mesi di tira e molla con il governo sugli investimenti in Italia, la polemica sul tricolore sventolato sulla carrozzeria viene derubricata dalla casa automobilistica: «L’adesivo in questione», puntualizza un portavoce di Stellantis Italia contattato da Libero, «aveva la sola finalità di indicare l’origine imprenditoriale del prodotto. Infatti, il design della nuova Topolino, che è una auto storica per Fiat sin dal 1936, è stato ideato e sviluppato a Torino da un team di professionisti del Centro Stile Fiat di Stellantis Europe S.p.A., società italiana. Peraltro, la Società sin dal momento della presentazione del nuovo modello è sempre stata chiara nel dichiarare che questo viene fabbricato in Marocco. Riteniamo dunque di avere operato nel pieno rispetto delle norme, comunicando in modo trasparente il Paese di produzione delle Topolino, senza alcun intento decettivo nei confronti dei consumatori».
Tagliando corto l’azienda automobilistica precisa che «per risolvere ogni questione è stato deciso di intervenire sui veicoli in sequestro con la rimozione dei piccoli adesivi previa autorizzazione delle Autorità». L’attenzione verso le politiche strategiche del gruppo franco italiano è altissima. Nei giorni scorsi giovedì ricorreva la celebrazione dei primi 125 annidi storia del marchio - il ceo di Stellantis, Carlos Tavares, ha assicurato che «sparire non è un’ipotesi che prendiamo in considerazione e per questo abbiamo delineato il nostro piano strategico Dare Forward 2030. Contiene obiettivi coraggiosi e Fiat è parte integrante di questi progetti».
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Resta da vedere - come chiede Palazzo Chigi e come sollecita il ministero dello Sviluppo Economicola strategia di sviluppo che coinvolgerà l’Italia. «Noi ci siamo, sempre, a sostegno dell’impresa e quindi dell’occupazione del nostro Paese. Pensiamo e ci auguriamo che Stellantis si riorganizzi per dimostrare di voler davvero scommettere dove di fatto è nata con la Fiat», ha assicurato il ministro delle Imprese e del Made in Italy.
Ricordando che «proprio lo stabilimento di Pomigliano è quello che in questo momento, nella rete degli stabilimenti Stellantis, realizza le migliori performance, sia per quanto riguarda i livelli produttivi di questa parte dell’anno, sia per quanto riguarda la prospettiva di allungare la vita della Panda per almeno il 2030». In prospettiva «siamo finalmente nei giorni decisivi rispetto al tavolo che abbiamo di fatto individuato nel giugno dell’anno scorso», ricorda Urso, «quando incontrai per la prima volta il Ceo Stellantis. Io credo che nelle prossime settimane comunque dovremo arrivare a una conclusione».
L’attesa per svelare e vedere consolidati i progetti futuri interessa, evidentemente tutto il settore dell’automotive che negli ultimi decenni si è sviluppato in Piemonte. «L’Italia è la Fiat, la Fiat è l’Italia, e la Fiat sono anche i lavoratori e le lavoratrici che l’hanno negli anni costruita e resa grande nel mondo», sintetizza orgoglioso il presidente del Piemonte, Alberto Cirio. Il riconfermato governatore del Piemonte mette le mani avanti e sottolineache «il livello di attenzione deve essere sempre altissimo ma il fatto oggi sulla 500 ibrida ci sia la certezza che dal 2026 la produzione dalla Polonia si sposta a Torino, ci garantisce che, insieme alla 500 elettrica, Mirafiori produrrà quelle 200mila auto che insieme ai lavoratori chiesto a Stellantis di assicurare». Insomma, assicura Cirio, «abbiamo di fronte un percorso molto chiaro, restiamo attenti e vigili, ma fiduciosi» per il futuro.
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