Piazza Affari, primo storico sciopero: nel mirino i proprietari francesi
Primo storico sciopero degli impiegati di Piazza Affari: a indirlo, per giovedì 27 giugno, Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, ovvero le maggiori sigle sindacali presenti nel gestore del mercato finanziario italiano, acquistato quattro anni fa dal colosso francese Euronext dopo più di dieci anni sotto il controllo britannico di Lse. I dipendenti della Borsa si fermeranno per due ore. E a questo si aggiungeranno limitazioni a straordinari e reperibilità per l’azienda di Piazza Affari fino al 14 luglio.
I sindacati, in una nota unitaria, hanno denunciato "il costante, sistematico e complessivo disinvestimento dall’Italia del gruppo Euronext, e lo svuotamento dall’interno delle strutture italiane". La loro protesta, quindi, è proprio contro i proprietari francesi. Quattro le questioni messe sul tavolo: occupazionale, salariale, organizzativa e relativa alla governance. Per quel che riguarda il primo punto, i sindacati hanno sottolineato: "Mentre si delineano progetti di delocalizzazione e near shoring di intere aree di attività fuori dai confini nazionali, l’azienda continua a rifiutarsi di fornire garanzie e intraprendere percorsi condivisi di tutela dei posti di lavoro e di valorizzazione delle professionalità esistenti".
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In riferimento alla questione salariale, invece, nella nota si legge: "A fronte delle dinamiche inflazionistiche, la scelta di non corrispondere gli aumenti salariali previsti dal rinnovato contratto nazionale del credito attraverso assorbimento degli ad personam rappresenta l’ultimo di una serie di episodi che evidenziano la volontà del gruppo di non proteggere il potere di acquisto dei lavoratori italiani". Terza fonte di preoccupazione l'organizzazione del lavoro con un "sistematico e oramai strutturale ricorso agli straordinari, al lavoro di sabato, festivo e perfino notturno, unito a una gestione insostenibile della reperibilità, mettendo a repentaglio la salute psicofisica dei lavoratori".
In merito alla governance, le sigle sindacali che hanno annunciato lo sciopero hanno parlato di una "progressiva perdita di autonomia direzionale e strategica delle società italiane del gruppo", e del "progressivo trasferimento fuori dall’Italia dell’indirizzo strategico, con spostamento dei ruoli apicali in altre aree geografiche". A tutte queste osservazioni, la casa madre ha risposto: "Euronext e Borsa Italiana collaborano costruttivamente con le rappresentanze per raggiungere gli obiettivi di crescita delle società italiane e del gruppo". Poi ha rivendicato "una strategia orientata alla crescita e alla competitività, con una creazione di posti di lavoro senza precedenti: con oltre 100 nuove posizioni negli ultimi 12 mesi per l’integrazione di Borsa Italiana nel gruppo".
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