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La fuga degli Elkann, Stellantis accelera in Europa ma l'auto in Italia resta al palo

Sandro Iacometti
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L’accelerazione, seppure non clamorosa, c’è. Tanto è vero che i numeri sono anche riusciti a far andare il titolo controcorrente (+0,3%) in una giornata difficile (Ftse Mib -0,34%). In base ai dati forniti dal gruppo nei primi cinque mesi del 2024 Stellantis ha registrato una crescita dei volumi di vendita dell’1,8% nel perimetro EU29, assicurandosi una quota di mercato del 18,5%, con un incremento di 0,2 punti rispetto al 2023.

Le cose non sono andate male neanche sull’elettrico. Malgrado un rallentamento del mercato, Stellantis si è assicurata una quota del 13,8% dall'inizio dell'anno nella regione UE29 conquistando la leadership in vari segmenti. In Francia i volumi dei Bev sono cresciuti del 56%, raggiungendo una quota di mercato del 37,9%, con Peugeot E-208 e Fiat 500e al primo e al secondo posto della classifica dei veicoli più venduti. La Polonia ha raggiunto una quota di mercato del 9,4% con una crescita di 0,8 punti rispetto allo scorso anno. «I risultati evidenziano le ottime performance della nostra gamma di prodotti, compresi i Bev, che rispondono alle esigenze dei clienti, i quali apprezzano il design, le prestazioni e il piacere di guida», ha rivendicato con orgoglio Uwe Hochgeschutz, Chief Operating Officer in Europa, tentando di scacciare le preoccupazioni circolate negli ultimi mesi.

 

 

I conti, però, non tornano. Almeno per l’Italia, dove tutti gli stabilimenti di auto sono in sofferenza, con cali significativi della produzione, continue interruzioni delle attività e incremento degli ammortizzatori sociali per gli operai. Uno scenario confermato anche dai dati snocciolati ieri dall’Istat sulla manifattura. Ad aprile la produzione dell'industria automotive italiana nel suo insieme ha infatti registrato un calo del 20,3% rispetto ad aprile 2023, mentre nel primo quadrimestre del 2024 è diminuita del 12,4 per cento. L’auto in particolare (dove c’è solo Stellantis ad operare) ha subito una flessione tendenziale del 22%, che si riduce al 12,5% nei primi 4 mesi. E guardando nello specifico alla sola produzione di autovetture, ad aprile (30mila unità) il calo annuale sul mese è del 31,6%, quello nel quadrimestre (142mila auto) del 23,6%.

Passiamo alle vendite. Ad aprile in Europa c’è stato un rimbalzo, con una crescita delle immatricolazioni di auto del 12%, che si riduce al 6,5% considerando i primi 4 mesi dell’anno. Stellantis, però, è andata contromano, con una flessione dell’1,5%. Anche se da inizio anno il gruppo ha registrato un incremento del 2,9%.

 

 

Ora analizziamo nel dettaglio l’Italia. A maggio il mercato è sceso del 6,6% nel confronto annuale, mentre il consuntivo dei primi 5 mesi è positivo con una crescita del 3,4%. Ben diverso l’andamento di Stellantis. Il gruppo guidato a metà dagli Agnelli-Elkann ha chiuso maggio con un crollo del 13,9% delle vendite e un calo della quota di mercato dal 32,9 al 30,3%. Nei primi cinque mesi dell’anno, invece, la flessione è stata contenuta a -0,3%, con una quota di mercato comunque scesa dal 33,6 al 32,4%.

Insomma, il gruppo in Italia soffre sia sul fronte della produzione sia su quello delle vendite. Quanto ai dati diffusi ieri il trucco c’è e si vede. Intanto, i numeri comprendono anche i veicoli commerciali, dove Stellantis va meglio, anche da noi. Poi, spulciando le cifre dell’orgoglio aziendale si vede bene che l’Italia non compare praticamente mai. Una notizia che ci riguarda, però, c’è. Ad Atessa sono scattate altre due settimane di Cig per 800 lavoratori.

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