Morte Raisi, al via la guerra economica? Le prime conseguenze sui mercati
I prezzi del petrolio viaggiano in rialzo sui mercati asiatici in avvio di settimana dopo che Teheran ha confermato la morte del presidente iraniano Ebrahim Raisi, del ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian e di altri funzionari in un incidente in elicottero nella provincia nordoccidentale del paese.
I future del greggio Wti sono saliti sopra gli 80 dollari al barile, estendendo i guadagni della scorsa settimana dopo che i media statali iraniani hanno riferito che non ci sono sopravvissuti sul luogo dell'incidente dell'elicottero che trasportava il presidente Ebrahim Raisi, alimentando l'incertezza politica in una delle principali nazioni produttrici di Petrolio. Negli Stati Uniti, il governo ha dichiarato alla fine della settimana scorsa di aver acquistato 3,3 milioni di barili di petrolio a 79,38 dollari al barile per rifornire la sua Strategic Petroleum Reserve. Gli investitori guardano ora alla riunione dell'Opec del primo giugno, in cui il gruppo deciderà la politica di produzione oltre il secondo trimestre.
Il greggio Brent, punto di riferimento internazionale, è stato scambiato a 84,24 dollari al barile alle 10:44 ora locale (07:44 GMT), in aumento dello 0,31% rispetto al prezzo di chiusura di 83,98 dollari al barile nella sessione di negoziazione precedente.
"Riteniamo possibile che nelle prossime settimane la volatilità sui prezzi petroliferi sarà molto alta", spiega Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, commentando il mercato del petrolio. "Al momento non ci sono particolari movimenti del petrolio nonostante la morte del presidente dell’Iran, Raisi". L’analista ritiene che "gli investitori stiano continuando a scontare rischi ridotti di forte instabilità nel Paese e pochi problemi per la successione di Raisi. Il mercato guarda soprattutto al meeting dell’Opec previsto per il primo giugno, quando dovrebbero essere confermati i tagli alla produzione già decisi nelle riunioni precedenti".