Rai, Schlein spara a zero: "Telemeloni nega il diritto allo sciopero". FdI: "Fa male, eh?"
"Dopo le notizie false, le campagne denigratorie sugli avversari politici e le censure, Telemeloni nega anche il diritto allo sciopero, un principio costituzionale, con la complicità dei vertici aziendali su precisi input politici": Elly Schlein la spara a proposito dello sciopero oggi in Rai, che si è rivelato un flop. L'agitazione era stata indetta dall'Usigrai, mentre la sigla sindacale di destra, l'Unirai, si era detta contraria fin dal primo momento. Lo sciopero, in ogni caso, non sembra aver avuto ripercussioni importanti sul servizio pubblico, dal momento che le edizioni del pranzo di Tg1 e Tg2 sono andate regolarmente in onda. Un colpo durissimo, per il "Soviet" Rai. E, per inciso, non si capisce chi abbia negato a qualcuno il diritto a scioperare, come dimostra per esempio lo stop di Rai Parlamento, oltre che di altre sedi regionali (e come dimostrano i ranghi ridotti su cui ha potuto contare Viale Mazzini).
Secondo la segretaria del Pd, però, ci sarebbe stata addirittura una negazione del diritto allo sciopero. In realtà, più banalmente, i servizi che sono andati in onda sono stati realizzati da chi non ha scioperato. Tra l'altro, poi, c'è davvero chi ha aderito all'agitazione sindacale: lo dimostra il fatto che non sono andati in onda, per esempio, le edizioni del Tg3 delle 14.30 e di tutti i telegiornali regionali. "La Rai così non è più servizio pubblico - ha insistito la Schlein - diventa appendice e megafono del governo. Solidarietà ai giornalisti Rai in sciopero". Di fronte a queste parole non sono tardate ad arrivare le reazioni del governo, in particolare di Fratelli d'Italia.
"Ricordiamo alla segretaria del Pd Elly Schlein che lo sciopero è un diritto costituzionalmente garantito altrettanto quanto quello di non scioperare - ha sottolineato il vicepresidente della Camera dei deputati, Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia -. Non si capisce perché mentre in tutti gli altri comparti il diritto di non aderire sia garantito, nella Rai dovrebbe essere negato. Certo fa male a Schlein assistere allo sgretolamento del blocco granitico di potere esercitato dal Pd nella Tv di Stato per decenni, quando bastava un inarcamento delle sopracciglia del segretario di turno per far cadere teste 'coronate' della Rai. Oggi non scioperare significa non riconoscersi in un manifesto politico che vuole semplicemente fare opposizione con altri mezzi. I mezzi della tv pubblica".
Una nota in risposta alla segretaria del Pd è stata diffusa anche dai componenti di FdI nella Commissione di Vigilanza sulla Rai: "Elly Schlein si rassegni, in Rai ormai c’è il pluralismo. Il tempo in cui la sinistra considerava questa Azienda una proprietà privata è finito. Gli italiani scegliendo Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia nel 2022 avevano fatto una scelta chiara, di chiusura con un passato legato alle logiche di potere e di lottizzazione care alla sinistra e ribadendo che la Rai è di tutti. E il fatto che oggi molti giornalisti abbiano deciso di non aderire ad uno sciopero politico, quale quello indetto dall’Usigrai, lo conferma. Una scelta che ha permesso di non interrompere la programmazione di numerosi telegiornali, specie in una giornata drammatica come quella di oggi che ha visto l’ennesima tragedia sul lavoro".