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Mediaset, la vittoria a metà di Pier Silvio Berlusconi: chi piazza in Prosieben

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L’attesa assemblea dei soci di Prosiebensat1, broadcaster tedesco di cui Mfe-Mediaset è azionista con quasi il 30% del capitale sociale, è terminata con una vittoria a metà per i vertici di Cologno Monzese. Se, infatti da un lato la mozione di Mfe sullo studio di un progetto di spin-off delle attività no core è stato respinto dall’assemblea - la proposta di scorporo è infatti stata votata dal 71% circa del capitale presente ma non ha raggiunto la soglia del 75% necessaria per l’approvazione.

Dall’altro lato i due primi soci del gruppo (Mfe e Ppf) però si sono rafforzati nel Supervisory Board. L’organo composto di nove membri vedrà d’ora in avanti la presenza di quattro rappresentanti indicati da Mfe (Leopoldo Attolico e Simone Scettri eletti ieri, la general manager di Mfe in Germania, Katharina Behrends, eletta lo scorso anno e Thomas Ingelfinger eletto un anno fa come indipendente) e due rappresentanti indicati dal gruppo ceco Ppf che detiene il 15% del capitale (Klára Brachtlová, e Christoph Mainusch). E questo è sicuramente un primo passo importante per i dirigenti di Mfe-Mediaset.

 

 

 

«Nonostante la risoluzione di Mfe-Mediaset per la valutazione indipendente di uno spin-off delle attività non-core non sia stata formalmente approvata, oltre il 70% degli azionisti ha votato a favore della mozione» si legge in una nota diffusa dal Biscione, «alla luce di questo risultato, ora il management di Prosiebensat dovrà accelerare l’esecuzione della sua strategia per concentrarsi sul core business dell’intrattenimento». Mfe, continua la nota della holding guidata da Pier Silvio Berlusconi, «è convinta che il Supervisory Board, in questa nuova e migliorata composizione, abbia finalmente il giusto know-how per svolgere i suoi compiti e attuare quanto annunciato dal management».

 

 

 

Mfe, al di là della delusione, è soddisfatta che tutte le mozioni proposte hanno ricevuto la larga maggioranza dei voti» prosegue la nota, «l’Assemblea ha dimostrato che il semplice fatto di aver avviato la discussione ha creato un valore aggiunto significativo. E le nostre proposte hanno ottenuto l‘obiettivo prefissato: accelerare il processo di valorizzazione di Flaconi e Verivox dopo mesi di inattività».

 

 

 

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