Marchionne e l'Alfa Milano diventa Junior
Ieri Sergio Marchionne è tornato tra noi, ha avvisato quelle sagome di Detroit del suo arrivo, salutato in videoconferenza i sindacalisti della United Automobile Workers dalla fabbrica in St. Jean Avenue, poi ha ordinato all’equipaggio del suo jet privato di tenersi pronti al decollo, piano di volo dal Michigan verso l’Italia, Torino. In aereo Sergio come al solito ha fumato un pacchetto di sigarette, ha giocato a carte con il comandante e ha dormito un paio d’ore. Dopo lo scalo a Reykjavík per il rifornimento, ecco l’uomo in pullover blu varcare il cancello del Lingotto. «Chiamatemi Elkann», ordina. «John cos’è questa cosa che ci chiamiamo Stellantis? (...)
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