Conti correnti, sale il tasso sui deposti: ecco che cosa cambia
Il tasso sui soli depositi in conto corrente "è ulteriormente salito allo 0,56% (0,55% nel mese precedente), tenendo presente che il conto corrente permette di utilizzare una moltitudine di servizi e non ha la funzione di investimento". Lo evidenzia il rapporto mensile dell’Abi di aprile. Sempre lo scorso mese il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), è stato l’1,03% (1,02% nel mese precedente, 0,32% a giugno 2022). Conseguentemente al calo dei rendimenti dei titoli di Stato, il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) a marzo 2024 è stato il 3,54%.
A febbraio 2024 tale tasso era in Italia superiore a quello medio dell’area dell’euro (Italia 3,65%; area dell’euro 3,45%). Rispetto a giugno 2022, quando il tasso era dello 0,29% (ultimo mese prima dei rialzi dei tassi Bce), l’incremento è stato di 325 punti base. Il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso a marzo 2024 è stato il 4,35%, con un incremento di 304 punti base rispetto a giugno 2022 quando era l’1,31%. Intanto prosegue il calo dei tassi applicati dalle banche sui nuovi mutui delle case. A marzo 2024, evidenzia il rapporto mensile dell’Abi di aprile, i tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento sono in diminuzione: il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è diminuito al 3,79%, rispetto al 3,89% di febbraio 2024 e rispetto al 4,42% di dicembre 2023.
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Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è sceso al 5,26% dal 5,34% di febbraio 2024 e dal 5,45% di dicembre 2023. Il tasso medio sul totale dei prestiti (quindi sottoscritti negli anni) è sceso al 4,79% dal 4,80% nel mese precedente. A marzo 2024, i prestiti a imprese e famiglie sono scesi del 2,6% rispetto a un anno prima, mentre a febbraio 2024 avevano registrato un calo del 2,5%, quando i prestiti alle imprese erano diminuiti del 3,8% e quelli alle famiglie dell’1,3%. È quanto dichiara l’Abi nel rapporto di aprile sottolineando che "il calo dei volumi di credito è coerente con il rallentamento della crescita economica che contribuisce a deprimere la domanda di prestiti".
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