Spread, minimo storico da novembre 2021: Meloni meglio di Draghi
Alla faccia di gufi, rosiconi e di chi prevedeva catastrofi con il governo Meloni. Lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi cala a 117 punti base: si tratta del minimo da novembre 2021, quando il premier era Mario Draghi. Il rendimento del titolo decennale scende al 3,544 per cento.
Un dato dall'elevatissimo peso specifico che la dice lunga sull'affidabilità dell'Italia. Un dato che, per ovvie ragioni, non può che dare soddisfazioni all'esecutivo.
Ovvio, non si tratta di una sorpresa, perché il trend ribassista prosegue da tempo. Si pensi che giù martedì lo spread tra Btp e Bund tedeschi aveva chiuso a 127 punti base, sui livelli del governo Draghi, appunto, l'esecutivo sulla cui affidabilità chiunque era pronto a scommettere ad occhi chiusi.
Ma le indicazioni positive arrivano anche dalla Borsa, che viaggia sui massimi dal 2008, ossia sui massimi che precedettero la grande crisi. Certo, il contesto globale da un punto di vista borsistico è positivo, anche Wall Street e altre Borse sono sui massimi storici, ma in termini di crescita percentuale quanto sta accadendo a Piazza Affari non ha eguali tra i listini dei Paesi più avanzati.
Per ultimi, ma ovviamente non per importanza, i dati Istat sull'occupazione. Nel 2023 infatti è proseguita la crescita degli occupati con un incremento di 481mila unità, pari al 2,1% in un anno. E ancora secondo l'Istituto nazionale di statistica rileva che il tasso di occupazione nella fascia 15-64 anni è salito al 61,5% (+1,3%) mentre il tasso di disoccupazione è sceso al 7,7% (-0,4 punti percentuali). In termini assoluti, quindi, i disoccupati calano sotto quota 2 milioni, a 1 milione 947mila, facendo registrare un meno 81mila unità. La risposta ai catastrofisti del governo Meloni, in definitiva, sta tutta in queste cifre.