Stellantis, sciopero improvviso: il terzo in due giorni, cosa succede a Mirafiori
Terzo sciopero in due giorni per i lavoratori dello stabilimento torinese di Mirafiori. Anche oggi, dopo ieri, i lavoratori del secondo turno delle Carrozzerie hanno proclamato uno sciopero spontaneo uscendo dallo stabilimento. Questa mattina analoga iniziativa era stata fatto dai lavoratori del primo turno. E se i lavoratori di Mirafiori protestano contro l'azienda per la decisione di spedirli per sette settimane in cassa integrazione, anche dalle parti di Pomigliano e Pratola Serra non si respira una buona aria. Il timore è che l'azienda possa assumere analoghi provvedimenti anche negli stabilimenti del Meridione.
Su questo punto, in un incontro tra sindacati e Regione Campania a cui ha partecipato anche il governatore Vincenzo De Luca: "Dobbiamo prepararci a un clima di lotta perché non avremo amici e non avremo sconti. Non per essere malpensanti, ma se si drammatizza la situazione, i primi ad essere sacrificati saranno gli stabilimenti meridionali. Abbiamo 4.500 dipendenti a Pomigliano, 1.600 a Pratola Serra. Siamo la seconda realtà produttiva del gruppo Stellantis nel nostro paese - ha ricordato De Luca -. Abbiamo già avuto parecchi licenziamenti volontari anche nel nostro territorio, ma le minacce che vengono avanzate, cassa integrazione e nuova riduzione del personale non possono non preoccuparci".
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"Oltre ai dipendenti diretti, noi abbiamo oltre 450 aziende dell’indotto automotive, quindi stiamo parlando di migliaia di posti di lavoro che sono in discussione. Non possiamo consentire cadute produttive o abbandoni da parte di Stellantis in Campania", ha concluso il governatore. Insomma il braccio di ferro tra Stellantis e istituzioni prosegue. E potrebbe durare a lungo. Al centro resta la richiesta mal celata di nuovi incentivi.
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