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Mar Rosso, "impatti imprevedibili": cosa sta per travolgere l'Italia

sabato 27 gennaio 2024

2' di lettura

Ripercussioni imprevedibili e incalcolabili. La crisi nel Mar Rosso e la possibile chiusura dei due canali di Suez rappresenta lo scenario peggiore per l'Europa e in particolar modo l'Italia, che affronterebbe una nuova, drammatica ondata inflazionistica. A spiegarlo, in una intervista al Messaggero, è Antonio Patuelli, presidente dell'Abi, l'Associazione bancaria italiana.

"Se venissero chiusi i due canali di Suez, i costi dei trasporti internazionali crescerebbero in modo incalcolabile, alimentando anche una nuova spinta inflazionistica che la Bce non potrebbe ignorare e potrebbe convincerla a rinviare la riduzione dei tassi ufficiali".

Gli impatti sull'economia del Made in Italy "sarebbero imprevedibili poiché i rischi principali sono quelli dell'incancrenirsi dei conflitti e i loro ulteriori allargamenti", aggiunge Patuelli, sottolineando come Mar Rosso e Canale di Suez siano "indispensabili per non isolare il Mediterraneo e non trasformarlo in un grande lago salato, aperto solo dalle 'Colonne d'Ercole' di Gibilterra. La libera circolazione nei mari è un'esigenza di libertà, prima ancora che di tutela degli scambi commerciali".

Secondo Patuelli "è indispensabile evitare un forte aumento dei costi e una grossa ripresa dell'inflazione che potrebbero essere determinate dall'impossibilità di fruire dei due Canali di Suez. Condivido, pertanto, l'iniziativa del Ministro degli Esteri Antonio Tajani, assunta insieme innanzitutto a Francia e Germania, per difendere le navi mercantili europee da ogni iniziativa violenta e piratesca". 

Proprio Tajani, sempre al Messaggero, ha fissato in "un mese" il tempo necessario a valutare la crisi. Dopo febbraio il governo capirà "se dare sostegno e aiuto ai porti italiani più in difficoltà: Gioia Tauro, Brindisi, Taranto, Trieste e Genova". Sulla nuova missione navale europea Aspis a cui aderirà l'Italia, spiega il ministro e vicepremier, "c'è un'intesa politica, ai primi di febbraio può partire, mancano solo i dettagli tecnici: quali navi schierare, dove fare il centro di comando. La guideremo noi o i francesi". 

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