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Criptovalute, la svolta stravolge i mercati: come si possono comprare da oggi

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Cambia tutto negli Stati Uniti: da oggi in poi sarà possibile comprare con gli Etf (exchange-traded fund, in italiano fondo scambiato in borsa) e investire in criptovalute come nelle azioni. A deciderlo, dopo anni e anni di rinvii, è stata la Sec, la Securities and Exchange Commission, ovvero l'ente federale statunitense preposto alla vigilanza delle borse valori. Il via libera alla commercializzazione di tutti gli Etf spot sul bitcoin che erano in lista di attesa è arrivato alla chiusura dei mercati di ieri, mercoledì 10 gennaio. Fuori dai giochi, come spiega il Corriere della Sera, è rimasta soltanto la svizzera Pando Asset, che aveva inviato i documenti per la quotazione un mese fa. 

In tutto sono 11 le società che hanno avuto l’ok per listare il proprio Etf spot sul bitcoin a Wall Street. Tra queste BlackRock, Fidelity, Invesco, che insieme gestiscono masse a livello mondiale per oltre 15mila miliardi di dollari. Questi giganti possono esercitare un'influenza notevole sul mondo delle criptovalute. E a dimostrarlo è il fatto che nelle ultime settimane, proprio in vista del via libera alla quotazione degli Etf da parte della Sec, il Bitcoin ha accelerato la sua corsa, mettendo a segno da inizio anno un balzo di oltre il 10%.

 

 

 

In passato la Sec si era opposta alla richiesta di un Etf spot sul bitcoin per diversi motivi, come mancanza di trasparenza del mercato e rischi di frode e manipolazione, ma anche perché si tratta pur sempre di strumenti non regolamentati e quindi non adeguatamente tenuti sotto controllo. Le cose, però, sono cambiate. Già da diversi anni, è possibile anche investire in bitcoin attraverso le società che si occupano di "mining", il processo attraverso cui vengono coniati nuovi bitcoin. 

L’Exchange traded fund, invece, come si legge sul Corsera, "è a tutti gli effetti un fondo comune, con il patrimonio separato da quello dell’emittente e custodito presso una banca depositaria. I capitali investiti, dunque, restano di proprietà del cliente, che potrà incassarli anche in caso di fallimento della società emittente o della stessa banca depositaria". Simili agli Etf sono gli Exchange traded product (Etp), prodotti già quotati da tempo in Europa. Non si tratta tuttavia di Ucits, dunque non sono considerati dei fondi secondo la normativa europea. "Per la prima volta, quindi, l’Europa è arrivata prima degli Stati Uniti, avendo quotato gli Etp con replica fisica cinque anni fa in Svizzera e successivamente in Germania e in Francia – ha sottolineato Massimo Siano, responsabile managing director Sud Europa di 21Shares –. Perché tutto questo clamore allora? Perché l’America è il mercato più importante al mondo". Le conseguenze di questo via libera, comunque, sono notevoli: "La quotazione di questi nuovi Etf negli Usa aumenterà l’interesse di ogni singola banca sulle criptovalute, rendendo sempre più popolare il bitcoin come asset class ", ha spiegato infine Siano. 

 

 

 

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