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Tredicesima, a chi arrivano più soldi: le nuove cifre dell'assegno natalizio

Antonio Castro
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Ben 10 milioni di lavoratori (circa un terzo dei 35 milioni dei dipendenti a cui spetta per contratto), vedranno lievitare la tredicesima nelle prossime settimane. A scorrere le elaborazioni sull’ammontare della gratifica natalizia salta all’occhio che quest’anno pioveranno nelle tasche degli italiani 53,9 miliardi di euro. A dirla tutta 13 miliardi e 218 milioni se li prenderà il fisco (il prelievo Irpef non rispetta neppure Babbo Natale), però 40 miliardi e 734 milioni rappresenteranno una poderosa iniezione di liquidità per i bilanci delle famiglie italiane. Secondo i dati messi in colonna dalla Confederazione degli artigiani di Mestre anno su anno si nota un bel balzo tra 2022 e 2023. I soliti gufi titolari del noto “ufficio grandi sfighe” prevedevano sfaceli. Nonostante tutto - a giudicare dai numeri elaborati dalla Cgia e presi dalle banche dati di Inps e Istat - è andata decisamente meglio. Gli italiani che incasseranno la tredicesima questo dicembre saranno 35 milioni (1,1 in più). I miliardi lordi movimentati ammonteranno a 46,949 (ovvero 6 miliardi e 957 milioni in più).

 


Non andrà male neppure alle casse del fisco che incasserà nel 2023 13,128 miliardi, rispetto agli 11,409 miliardi dell’anno precedente. Dodici mesi fa nelle tasche dei lavoratori a contratto entrarono 35,540 miliardi di tredicesima che però, è bene ricordarlo, vennero in buona parte rosicchiati dalla fiammata dei prezzi energetici. Proviamo a tenere d’occhio la propensione alla spesa vera e propri. La tradizione tutta stelle e strisce del black friday - importata anche da noi - ci offre, statisticamente, un anticipo affidabile del comportamento dei consumatori. Incoraggiati da mirabolanti offerte, risparmi fantasmagorici, e giocando con le scadenze posticipate delle carte di credito, i consumatori italiani hanno già dimostrato di volere spendere qualcosa in più. L’analisi condotta dal vulcanico Mariano Bella, direttore del Centro Studi di Confcommercio nazionale segnala che ci si attende prudenzialmente una maggiore disponibilità economica. Nella settimana degli acquisti digitali (Black Friday e Cyber Monday) ben 19,2 milioni di italiani hanno (avrebbero) acquistato spendendo a testa tra 220 e 230 euro. Un anticipo, in buona parte dei doni preventivati da mettere sotto l’albero. Si parla di numeri importanti: nel mese di dicembre il commercio al dettaglio realizza circa un terzo del fatturato annuo, comprensibile l’attenzione per l’andamento del periodo. C’è poi una buona parte degli italiani che aspetta di avere i quattrini sul conto prima di lanciarsi in acquisti, oppure che preferisce andare per negozi, mercatini e bancarelle. E infatti “solo” il 40% dei consumatori italiani (dei 48 milioni di adulti), si è assuefatto agli acquisti elettronici

 

 

E veniamo al tema centrale. A quei 10 milioni di lavoratori che quest’anno vedranno lievitare (chi più chi meno) l’assegno aggiuntivo di Natale.  Si tratta di un effetto trascinamento della riduzione del cuneo fiscale per i redditi sotto i 25mila (-7%) e per tutti quelli che non superano i 35mila euro lordi (-6%). Riduzione del prelievo in busta paga che rimbalza anche sulla mensilità aggiuntiva (nella misura del 2-3%). Quanto prenderanno in più? Al momento è impossibile dirlo: perché le statistiche sono macro e includono chi ha lavorato una settimana o anche chi da gennaio a dicembre continuativamente. I conti si fanno appunto a consuntivo annuale. C’è poi da spiegare come mai quest’anno lo stock delle tredicesime sia lievitato dai 46,949 miliardi lordi del 2022 (35,540 netti), ai 53,952 miliardi di quest’anno (40,734 miliardi netti). L’aumento di volume delle 13esime - spiega il diretto Bella dell’associazione commercianti di Piazza Belli- è dovuto all’aumento degli occupati (+439mila sul 2022 e +420mila sul 2019 nei primi 10 mesi). Però visto che la quota di tredicesima si calcola sulla frazione di mesi lavorati effettivamente (anzi sulle ore lavorate), l’incremento tiene in considerazione anche la quota di mensilità aggiuntiva (o parte di questa) corrisposta al lavoratore al termine del contratto. C’è anche da considerare i rinnovi contrattuali che hanno portato nuova linfa nelle retribuzioni. Sempre senza dimenticare che la bellezza di 6,7 milioni non annusano un rinnovo economico da lustri, alcuni da oltre un decennio. E con l’inflazione galoppante non è poca cosa.

 


Per gli amanti delle statistiche le associazioni di categoria (e non solo la Confcommercio) si attendono, a consuntivo, un aumento degli acquisti e dei consumi natalizi. Contando sull’onda lunga della ripresa moderata ma costante. Nei primi 9 mesi dell’anno le famiglie hanno speso lo 0,6% in più. C’è da vedere se quest’anno i consumi medi da 13esima per famiglia a prezzi costanti cresceranno ancora come da attese: nel 2022 si attestarono a 1.598 euro. Prima della pandemia (2019) arrivavano a 1.936. Precipitando nel 2022 a 1.598 euro in media per nucleo familiare. Attenzione: se è vero che per regali e regalini gli italiani preferiscono optare per prodotti agroalimentari e della tradizione (dati Cgia/Coldiretti), spesso la tredicesima finisce per saldare bollette, assicurazioni e tappare debiti accumulati. E l’idea di trasformare i rinnovi contrattuali in fringe benefit fruibili dalle famiglie (dall’asilo al mutuo, dalla spesa libri ai corsi estivi) sta prendendo sempre più piede. Ma soltanto nelle grandi aziende che ne hanno intuito il vantaggio fiscale per i bilanci aziendali e per la soddisfazione del personale.

 

 

 

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