Borsa ai massimi, Btp ai minimi: i mercati smentiscono i gufi
Borsa ai massimi, Btp e spread ai minimi. I numeri dei mercati finanziari italiani smentiscono clamorosamente i gufi che da mesi spargono pessimismo e non perdono occasione per sfornare previsioni apocalittiche con cadenza quasi giornaliera. Ieri, mentre il differenziale fra i Btp a 10 anni e i Bund tedeschi pari scadenza chiudeva ancora in calo di oltre 3 punti base a quota 174, si registrava un forte calo dei rendimenti peri Btp a 5 e 10 anni assegnati in asta dal Tesoro. Nel dettaglio, il Ministero dell’Economia ha emesso la quinta tranche del Btp a 5 anni con scadenza 1° febbraio 2029 per 3 miliardi a fronte di una richiesta pari a 4,3 miliardi e un rapporto di copertura di 1,45. Il rendimento è sceso di 51 centesimi attestandosi al 3,61%, livello minimo registrato dallo scorso mese di marzo.
Collocata anche la settima tranche del Btp a 10 anni scadenza 1° marzo 2034: a fronte di richieste per 5 miliardi, l'importo emesso è stato di 3,5 miliardi (1,45 il rapporto di copertura) mentre il rendimento, in calo di 58 centesimi sull’asta del mese scorso, si è attestato al 4,17%. Era al 5% alla metà di ottobre, prima che arrivassero le promozioni delle società di rating.
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RICHIESTE SEMPRE ALTE
Sempre ieri, fra l’altro, Il Tesoro ha collocato anche la ventunesima tranche del CcTeu scadenza 15 aprile 2026 per un miliardo su richieste per 1,985 miliardi e un rapporto di copertura di 1,99, spuntando un rendimento lordo del 4,43 per cento. A Piazza Affari le cose vanno perfino meglio. Il Ftse Mib ha finito la seduta di ieri in deciso rialzo dell’1,06% a 29.688 punti, i massimi dalla fine di giugno 2008. A spingere i listini la convinzione che sulla stretta monetaria siano calati i titoli di coda, con i primi tagli dei tassi della Fed e della Bce attesi attorno alla metà del 2024. Una fiducia alimentata dai dati arrivati proprio ieri sull'inflazione tedesca e spagnola, in frenata a novembre, mentre il Pil americano del terzo trimestre, rivisto al rialzo al 5,2%, dimostra la tenuta dell’economia a stelle e strisce, nonostante la politica monetaria fortemente restrittiva del le Federal Reserve.
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IL RUOLO DELLE BANCHE
Secondo una analisi pubblicata ieri da Oxford Economics «nell’ultimo decennio, il sistema bancario italiano si è comportato in modo anticiclico, acquistando Btp a prezzi bassi nel ciclo (rendimenti più elevati), attenuando così la volatilità». E «i bilanci bancari sani implicano che questo comportamento continui nel tempo e rafforzi lo spread qualora dovesse tornare su livelli troppo elevati». Gli analisti britannici, addirittura, dicono di aspettarsi «che la Bce inizi a tagliare i tassi di riferimento ad aprile, per poi abbassare il tasso sui depositi di 25 punti base a ogni riunione, da un picco del 4% al 2,5% entro la fine del 2024. Ciò è dovuto principalmente», spiega una nota di Oxford Economics, «a quel che accadrà su titoli e inflazione core nel 2024, in gran parte guidata dalla Germania, con una crescita del Pil significativamente inferiore alle proiezioni della Bce». Sulle Borse europee non ha pesato nemmeno l’attesa per Beige Book, diffuso dalla Fed ieri quando sui listini del Vecchio Continente si erano chiuse le contrattazioni. Sono bastate le riflessioni di Christopher Waller, uno dei componenti del board della ban ca centrale Usa secondo il quale sarebbe opportuna «una pausa nel rialzo dei tassi alla riunione di dicembre».