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Pensioni, scattano gli aumenti: tutti gli assegni di dicembre e gennaio

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Ignazio Stagno
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Dall’1 gennaio 2024 scatta il nuovo aumento sulle pensioni. Infatti gli assegni, come comunicato dal Mef e dal Ministero del Lavoro, saranno adeguati all’indice provvisorio di rivalutazione stimato nel 5,4 per cento per i primi nove mesi del 2023. Sostanzialmente il ritocco terrà conto dell’inflazione dell’anno in corso che verrà poi bollinato in via definitiva nel 2024. E in base ai calcoli le novità sugli importi degli assegni sono parecchie. Di fatto l’aumento del 5,4 per cento sarà riconosciuto solo ai pensionati che ricevono fino a quattro volte il minimo, mentre per valori superiori l’adeguamento si ridurrà. Tutti gli scaglioni saranno ricalcolati in base al minimo Inps 2023, che è pari a 567,94 euro. Ecco dunque le fasce di perequazione per il 2024: rivalutazione al 100 per cento per i pensionati che percepiscono un assegno fino a quattro volte il minimo Inps, all’85 per cento per chi incassa una pensione tra quattro e cinque volte il minimo, al 53 per cento per chi è tra cinque e sei volte il minimo, al 47 per cento per i ratei tra sei e otto volte il minimo, al 37 per cento per quelli fino a dieci volte il minimo e al 22 per cento per chi supera la soglia massima di dieci volte il minimo.


I DETTAGLI
Ma ora vediamo nel dettaglio come aumenteranno gli assegni, accredito per accredito. La pensione minima passa a quasi 600 euro e una pensione di 2.000 euro lordi nel 2024 salirebbe a 2.108 euro. Il tetto delle 4 volte il minimo invece fa un balzo fino a 2.394 euro. Superata questa soglia cominciano le rivalutazioni sotto il muro del 100 per cento e dunque con un adeguamento “calmierato”. Gli assegni da 2.272 a 2.840 euro lordi avranno una indicizzazione all’85 per cento. Una pensione di 2.500 euro dovrebbe aumentare quindi di 115 euro, portandosi a quota 2.615. Le pensioni che invece oscillano tra 2.840 e 3.308 euro lordi, con una rivalutazione al 53 per cento avranno in media un aumento di 87 euro. Un assegno di 3.000 euro dunque arriverà a 3.087 euro mensili. 

 


Con una indicizzazione al 47 per cento, avranno un aumento di 87,5 euro tutti gli assegni che vanno da 3.308 euro a 4.544 euro. In questo caso la rivalutazione si attesterà intorno al 2,5 per cento. E così una pensione media da 3.500 euro salirà a 3.587,5 euro. Per gli importi che invece si trovano nella fascia tra 4.544 euro e 5.679 euro l’aumento dovrebbe ammontare a circa 100 euro. Con una pensione da 5.000 euro lordi si passerebbe a 5.100 euro. Sarà invece di circa 72 euro l’incremento per gli assegni che superano i 5.680 euro. Novità anche per l’assegno sociale: con la rivalutazione provvisoria del 7,3 per cento, in questo momento arriva a quota 503,27 euro, con quella definitiva sul 2022 dell’8,1 per cento dovrebbe salire a 507,02 e, con la rivalutazione del 5,4 per cento, nel 2024 dovrebbe arrivare, in via provvisoria, a 534,40 euro. Inoltre va ricordato che la perequazione automatica delle pensioni si applica a tutti i trattamenti Inps, sia per le pensioni dirette sia per quelle ai superstiti. Sono escluse dal meccanismo di perequazione automatica, invece, le prestazioni a carico delle assicurazioni facoltative, le pensioni a carico del Fondo Clero, l’indennizzo per cessazione attività commerciale (IndCom); prestazioni assistenziali Assegno Sociale (As), Pensione Sociale (Ps), Invalidità civile (Invciv) e pensioni per vittime di terrorismo e stragi.


BUONE NOTIZIE
Male buone notizie non finiscono qui. Infatti dall’1 dicembre, come avevamo ricordato su Libero, scattano gli aumenti sugli assegni con il recupero di uno 0,8 per cento sull’inflazione stimata nel 2022. E anche in questo caso tra pochi giorni gli effetti saranno tangibili sugli assegni: da 750 euro fino a 1.000 euro avranno un aumento da 66 e 88 euro. Aumenti da 110 euro, 132 e 154 per la fascia di pensioni con importo medio di 1.250 euro, 1.500 euro e 1.750 euro. Incrementi più consistenti per quanto riguarda le pensioni dai 2.000 euro in su. Entreranno 176 euro nelle tasche di chi è alla soglia dei 2.000; 187,00 euro in più per chi percepisce una pensione di 2.500 euro e ben 139,92 per chi prende 3.000 euro. Chi ha una pensione da 3.500 avrà un aumento di 144 euro, per gli assegni da 4.000 l’aumento sarà di 165,00 euro, mentre si scende a 146,52 euro per gli accrediti da 4.500 euro. Per le pensioni che toccano i 5.000 e i 6.000 euro arriveranno 162,80 euro e 168,96 euro in più. Oltre i 7.000 invece gli arretrati arrivano a 197,12 euro. Infine ricordiamo anche il “bonus Natale” di circa 150 euro che arriverà solo ad alcune tipologie specifiche di pensionati. Si tratta di tutti coloro che hanno gestioni private, dello spettacolo e sportivi professionisti. L’importo, introdotto nel 2001, viene erogato dall’Inps con la tredicesima mensilità oppure, in assenza di tredicesima, con l’ultima mensilità corrisposta nell’anno.

 

 

 

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