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Fed, il grafico che svela le mosse future dell'alta finanza

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Manuela Donghi
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Nella settimana appena passata sono state ancora le protagoniste della scena economico-finanziaria. Dopo la Bce, infatti, la Banca del Regno Unito e quella giapponese hanno fissato le loro decisioni di politica monetaria, coi riflettori puntati soprattutto sulla Federal Reserve (Fed), la banca centrale americana. L’istituto guidato da Jerome Powell ha deciso di lasciare i tassi invariati rispetto a luglio, quando erano stati aumentati di 0,25 punti percentuali per ridurre l’inflazione, portandoli tra il 5,25 e il 5,5%, un livello che non raggiungevano da 22 anni. A dir la verità, lo stop al rialzo dei tassi per questa riunione, non è stata una sorpresa: era già scontato che Powell scegliesse questa strada. In realtà, c’è sta un altro colpo di scena, se così si può chiamare, ossia il contesto profilato a proposito delle mosse future.

Proiezione che avviene sempre, proprio per fornire un quadro più completo, ma che in questo caso ha turbato (non poco) i mercati. L’avvertimento è risultato molto chiaro: la partita contro l’inflazione non è finita, perché i prezzi al consumo sono ancora sostenuti. Ergo, altri rialzi dei tassi all’orizzonte.

 

 

IL DOT PLOT - A ogni modo, concentriamoci su un concetto che, ai più attenti, non sarà passato inosservato. Avrete forse letto frasi come: «Analizzando il dot plot, la Fed confermerà i tassi» o cose analoghe. Il concetto da raccontare è proprio quello di dot plot.

Di che si tratta? È un grafico a punti pubblicato su base trimestrale proprio dalla Fed per sintetizzare le previsioni dei suoi vari membri, sulla traiettoria dei tassi d’interesse. È stato introdotto a fine 2011, con l’allora presidente Ben Bernanke e nasce come strumento per comunicare ai cittadini e soprattutto ai mercati i possibili cambiamenti in arrivo per la politica monetaria. In sostanza, è un punto di riferimento per gli investitori, per comprendere quale sarà la posizione della Fed. A prendere parte al dot plot sono 19 responsabili della politica monetaria, i 7 governatori del consiglio della Fed e i presidenti delle 12 banche regionali. In caso di pareggio si tiene conto dell’opinione del Governatore.

 

 

OPINIONI ANONIME - Ricapitolando: ogni opinione è rappresentata da un punto del grafico, per un massimo di 19 punti. Aspetto interessante è che le opinioni sono anonime, quindi non è dato sapere cosa pensano i vari membri (anche se le impostazioni da Falco o Colomba di ciascuno sono ben note...). Resta da capire ora come si interpreta questo grafico. È chiaro che ciascuno dei punti in questione rappresenta l’opinione di un membro della Fed sul ritmo futuro delle variazioni al rialzo o al ribasso dei tassi. La mediana di tutti i punti equivale al tasso previsto per ognuno dei tre anni successivi, quindi con tendenze nel lungo periodo.

Nonostante questo, serve precisare però, che il mercato si concentra in particolare sulle previsioni nel breve. Sono quelle che interessano di più, come ovvio. È facilmente intuibile il motivo per cui il dot plot è così importante. Se e quando il diagramma a punti cambia, diventa un segnale molto potente: sta dicendo agli investitori che la Fed è in procinto di accelerare o rallentare l’inasprimento della politica monetaria. Lo strumento crea anche un vero e proprio parametro di riferimento che può essere usato per evidenziare le differenze tra la visione ufficiale della stessa Fed e quella dei mercati finanziari. Da sapere: le proiezioni non riflettono un impegno del Fomc (è l’organismo della Fed, il Comitato federale del mercato aperto) ad agire, e non sono una previsione ufficiale di consenso.

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