Banche, scontro tra Meloni e Abi sugli extraprofitti: "Effetti a cascata sull'economia"
Volano stracci tra Giorgia Meloni e le banche. Al centro la tassazione sugli extraprofitti annunciata dal governo. Intervenendo all'assemblea nazionale di Fratelli d'Italia, il premier ha promesso di difendere la misura e ha lanciato un chiaro avvertimento a chi la vuole mettere in discussione: "Hanno avuto da ridire perfino sulla tassazione agli extraprofitti delle banche. Sapete perché? Perché loro non hanno avuto il nostro stesso coraggio. Ma io difendo e difenderò quel provvedimento, che non ha un intento punitivo, e che racconta la fine di uno Stato forte con i deboli e debole con i forti. È una norma giusta e vi invito a difenderne le finalità nel corso della conversione del decreto-legge".
Ma a storcere il naso per la tassazione non c'è solo la sinistra. A stretto giro è arrivata la replica dell'Abi, Associazione bancaria italiana, per cui l'"imposta straordinaria" sugli extraprofitti delle banche "solleva dubbi di compatibilità con i precetti costituzionali". Nella relazione presentata durante l'audizione davanti alle commissioni riunite Ambiente e industria del Senato sul decreto Asset, l'associazione bancaria tira in ballo la Corte costituzionale.
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Quest'ultima "ha delineato precise direttrici per verificare la compatibilità di una imposta straordinaria con i principi sanciti nella carta, in particolare quello di uguaglianza (art. 3) e quello di capacità contributiva (art. 53)". Inoltre "la Corte ha ribadito come una misura fiscale di carattere discriminatorio, per superare il vaglio di costituzionalità, debba rispondere a criteri di adeguata ragionevolezza". Poi, è Giovanni Sabatini, direttore generale dell'associazione, a intervenire spiegando che anche la Bce "ha criticato questa imposta, sotto diversi profili, chiedendo anche di valutare i potenziali effetti distorsivi sulla concorrenza". Lo scontro, insomma, è aperto. Anzi, apertissimo.
E ancora, ha aggiunto: "L'extra-profitto si riferisce a una situazione specifica, quella in cui un'impresa godendo di una posizione di monopolio od oligopolio può fissare il prezzo dei suoi prodotti ricavando un profitto superiore a quello determinabile in un mercato concorrenziale. Questa situazione è assente nelle banche". Insomma, secondo Sabatini gli extra-profitti non esisterebbero.
Dunque, quella che sembra una minaccia: "Ingiustificate penalizzazioni del settore bancario determinerebbero una minore capacità di accantonamenti prudenziali, di finanziamento alle imprese e alle famiglie e limiterebbero l'interesse degli investitori verso il settore bancario italiano che, da ultimo, si rifletterebbe sull'intero mondo economico italiano", ha concluso Sabatini.
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