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Eredità Berlusconi, accordo sui 4 miliardi. Ma resta il caso delle imbarcazioni
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Trovata la quadra sull'eredità di Silvio Berlusconi. I cinque figli del Cavaliere sono a un passo dall'intesa che dovrebbe arrivare dopo un weekend di lavoro. All'appello mancano solo alcuni dettagli formali per i quali sono al lavoro gli avvocati. A conti fatti, i figli accetteranno l’eredità senza chiedere il beneficio di inventario. Un beneficio che avrebbe costretto ad allungare i tempi e scrivere il dettaglio di tutti i beni.
Una volta concluso il primo step, si passerà alla suddivisione delle quote. Al momento resta un punto interrogativo sulle modalità con cui saranno rispettati i lasciti previsti dal fondatore di Forza Italia per il fratello Paolo (100 milioni), Marta Fascina (100) e Marcello Dell’Utri (30). Intanto ai figli maggiori, Marina e Pier Silvio, è stata assegnata tutta la quota disponibile ossia - spiega il Corriere della Sera, un terzo del patrimonio ereditario. Vale per Fininvest, che ha in portafoglio tra l’altro le aziende quotate Mfe-Mediaset, Mondadori e il 30 per cento di Banca Mediolanum, ma anche per tutto il resto. Così il 53 per cento di Fininvest va a in parti uguali a Marina e Pier Silvio e il 47 agli altri tre fratelli.
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Cosa ne sarà invece del resto? Anche per ville, barche, opere d’arte, investimenti personali e i conti in banca potrebbe valere lo stesso: il 60 per cento del patrimonio a Marina e Pier Silvio e il 40 pro-quota agli altri tre fratelli. In totale sarebbero 4 i miliardi di eredità. Oltre a Fininvest (2,7 miliardi di patrimonio netto), si aggiunge quello delle ville più rappresentative: San Martino ad Arcore e Certosa in Sardegna. In questo caso il problema di come dividere tra i fratelli queste lussuose proprietà non sussiste. Le abitazioni fanno capo a una holding immobiliare, la Dolcedrago, che verrà ripartita nelle proporzioni ereditarie: circa 30 per cento ciascuno Marina e Pier Silvio, 13,3 ciascuno Barbara, Eleonora e Luigi. Diverso discorso per le imbarcazioni sul quale ci sarebbe da tempo un tacito accordo di utilizzo tra i fratelli.
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