Pensioni, 250 euro in più subito: chi li avrà l'1 settembre
Parecchie novità in arrivo sul cedolino delle pensioni di settembre. Gli importi, per milioni di pensionati, subiranno delle modifiche e in buona parte saranno aumenti e accrediti di arretrati. Di fatto i rimborsi fiscali che si uniranno all'erogazione dell'adeguamento dei trattamenti previdenziali minimi porteranno nelle tasche dei pensionati almeno 250 euro in più. Un bel gruzzoletto per cominciare il nuovo mese.
Sul fronte dei trattamenti minimi, come vi abbiamo già ricordato su Libero, da luglio è scattato l'incremento fino a 600 euro per chi ha un'età che supera i 75 anni. Stiamo parlando di un aumento del 6,64 per cento. Per questi pensionati dunque ci sarà una gradita sorpresa sul rateo: i rimborsi che derivano dal 730 e gli arretrati degli aumenti sull'assegno porteranno nelle tasche qualche centinaio di euro in più. L'Inps ha avviato l'erogazione degli aumenti già da qualche mese, ma non per tutti. Adesso l'istituto di previdenza sociale è riuscito ad allineare tutti gli importi e tutti gli assegni, da settembre coloro che hanno diritto all'aumento sulla minima riceveranno l'adeguamento. Però bisogna tenere gli occhi aperti e controllare bene il cedolino. Infatti gli aumenti sull'assegno potrebbero subire il "taglio" per le addizionali regionali, comunali e per l'Irpef. Le tasse dunque, in alcuni casi, potrebbero divorare il surplus di settembre. Ricordiamo poi le procedure per il ritiro allo sportello della pensione: venerdì 1 settembre si parte con i cognomi A e B, sabato 2 settembre con C e D, lunedì 4 settembre i cognomi da E a K, martedì 5 settembre i cognomi da L a O, mercoledì 6 settembre i cognomi da P a R. Poi, giovedì 7 settembre sarà il turno di chi ha un cognome dalla S alla Z. Guardando invece all'orizzonte della manovra d'autunno, il cantiere pensioni resta aperto e anche in questo caso potrebbero esserci parecchie novità. Si discute infatti della proroga di Quota 103 e di Opzione Donna: due strumenti per l'uscita anticipata.
Sul fronte rivalutazioni dovrebbero restare gli scaglioni già previsti per il 2023 con pieno adeguamento al 100% per chi percepisce un assegno fino a 4 volte il minimo. Potrebbero esserci anche cambiamenti, nuovamente, sulle pensioni minime con Forza Italia che chiede un ulteriore aumento da applicare nel 2024 con gli assegni che passerebbero dagli attuali 600 euro a 700. Di certo lo spazio perla legge di Bilancio è stretto e la corsa per l'approvazione entro fine anno potrebbe riservare sorprese. Per dare il via a nuovi aumenti servono risorse fresche che il governo fatica, per il momento, a trovare. Infine va sottolineato anche il piano della Lega per introdurre Quota 41, un'uscita anticipata legata solo agli anni di contributi versati. Una mossa che potrebbe mandare in soffitta per sempre la tanto odiata riforma Fornero che obbliga all'uscita dal mondo del lavoro a 67 anni con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne.