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SempliFarma, l'idea di una startup italiana fa risparmiare sulle medicine

Fabio Rubini
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«Vendere la terapia, non solo i farmaci» è la rivoluzione lanciata da Alessandro Iadecola, ceo di Remedio una start up nata nel 2018 che, per combattere lo spreco di soldi e medicinali, ha recentemente lanciato il brand SempliFarma. L’assunto da cui parte Iadecola è tanto semplice quanto allarmante: «In Italia più di 9 milioni di persone assumono almeno 5 compresse al giorno e quasi 3 milioni ne assumono 10. Di questi circa il 50% non aderisce correttamente alla terapia». I motivi per cui ciò accade sono i più vari. Si va dalla “semplice” dimenticanza all’errore dovuto allo scambio di confezioni di medicinali che all’occhio del paziente appaiono simili, passando per errori considerati - a torto - più veniali come il non rispetto dell’orario di assunzione. Tutto questo però comporta «l’inefficacia della terapia stessa, il riacutizzarsi delle malattie con accessi al pronto soccorso e ricoveri in ospedale evitabili se le terapie fossero state assunte correttamente» e anche, spiega il ceo, «costi in più per il Sistema Sanitario Nazionale che sono attualmente stimati in 19 miliardi di euro».

Da qui l’idea di lanciare SempliFarma, una start up che «grazie all’utilizzo di soluzioni software e hardware è in grado di riconfezionare in modo puntuale i medicinali prescritti dalla terapia». Detto così sembra complicato, in realtà non lo è affatto. I centri di confezionamento usano gli armadi tecnologici per confezionare le bustine contenenti le pastiglie e tutte le indicazioni perla loro corretta funzione, oltre a un “Qr code” che contiene tutte le informazioni sui medicinali. Al paziente non resta che aprire la busta al momento giusto e assumere correttamente il farmaco. Per i più distratti c’è una versione ancora più tecnologica che, qualora il paziente si dimentichi di adempiere alla cura, avvisa tramite sms uno o più caregiver che così possono intervenire.

 

 

 

Al momento questo tipo di azione è stata testata soprattutto nelle Rsa e i primi dati ottenuti sono più che confortanti. Con questo sistema, infatti, non solo si aiutano i pazienti a non sbagliare la terapia, ma si fa risparmiare tempo agli addetti che quelle cure le devono preparare e soldi per l’acquisto di medicinali. I dati che trovate nella tabella sono tanto espliciti quanto incoraggianti. I più significativi riguardano la riduzione dell’acquisto di farmaci stimata dal 15 al 20% e il risparmio di tempo per gli infermieri: sul piano nazionale sarebbe come averne oltre 6mila in più.

La sfida futura «è quella di intercettare il paziente cronico che non risiede nelle Rsa», spiega Iadecola. Come? «L’idea è quella di creare un centro di confezionamento di tipo olistico, diffuso su tutto il territorio nazionale, attraverso una rete di farmacie connesse tra di loro». Con questo sistema, poi, «si andrà anche a valorizzare la professionalità dei farmacisti». L’obiettivo più ambizioso, oltre ad espandere l’utilizzo di questa tecnologia, è quello di realizzare uno studio osservazionale (con 1000 pazienti studiati per 24 mesi) che dimostri i vantaggi dell’aderenza terapeutica per il Sistema Sanitario Nazionale. Per questo lo scorso 20 luglio è stato lanciato un crowdfunding sulla piattaforma Mamacrowd, che in una sola settimana ha già raccolto più di 220 mila euro (sui 500 dell’obiettivo) da 68 investitori.

Un altro importante riconoscimento ottenuto d Remedio è arrivato da Invitalia che «ci ha concesso un finanziamento da 650 mila euro di cui 180mila a fondo perduto perla realizzazione di un marketplace dell’aderenza terapeutica a partire dalla piattaforma digitale già sviluppata per il riconfezionamento dei farmaci». Insomma, conclude Alessandro Iadecola «partecipare al nuovo equity crowfunding di SempliFarma (il primo, nel 2021 aveva raccolto 300mila euro, ndr), rappresenta anche un investimento di utilità pubblica, di grande valore sociale».

 

 

 

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