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Lagarde e l'aumento dei tassi, "adesso basta": chi bombarda la Bce

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Adesso Christine Lagarde deve fermarsi. A lanciare un appello alla presidente della Bce che ha nuovamente aumentato i tassi di interesse non è economista ultra-liberista, ma Lucrezia Reichlin, economista docente alla London Business School e tra le voci più influenti e prestigiose della "sinistra" nel campo delle politiche economiche e finanziarie. "La Bce a settembre deve fermarsi: non c'è motivo per continuare ad aumentare i tassi di interesse, a meno di non avere sorprese dai prossimi dati", spiega sibillina a La Stampa. 

 

 

 

"Penso che le probabilità di una interruzione dei rialzi siano al 50%, bisognerà aspettare i dati sull'inflazione dei prossimi due mesi". Tuttavia, sottolinea, "la situazione dell'Eurozona è molto diversa dagli Stati Uniti. La disoccupazione è bassa, ma le ore lavorate sono ancora al di sotto dei livelli pre-pandemia e con settori ancora in difficoltà. C'è una leggera ripresa dei salari, anche in Italia, ma il loro recupero è ancora poco significativo, siamo lontanissimi da scenari di spirale salari-inflazione come negli anni Settanta. In più abbiamo dati del manifatturiero molto deboli e segnali negativi dal credito, tra prestiti e mutui". Come dire, l'economia è ancora fragile e la ripresa, appena accennata, potrebbe essere soffocata dalle politiche folli dell'Eurotower: "L'effetto dei tassi ancora non si sente interamente perché si trasmette con almeno un anno e mezzo di ritardo. E la Bce ha iniziato dodici mesi fa. Anche per questo bisogna procedere con grande cautela". 

 

 

 

I dubbi riguardano la linea "filosofica" della stessa Lagarde, ex capo dell'Fmi: "Se deve sbagliare, preferisce farlo per eccesso di rigore piuttosto che allargando troppo le maglie. Questo perché è stata molto criticata nei mesi scorsi per quelle frasi sull'inflazione transitoria", anche se "dare tutta la colpa alla Bce è semplicistico". Secondo la Reichlin, il target del 2% di inflazione previsto dalla Bce a oggi "è intoccabile, ma prima o poi si arriverà a ridiscuterlo ed è necessario farlo, magari fissando revisioni periodiche dell'obbiettivo. Non ora però, altrimenti i mercati si scatenerebbero e la Bce perderebbe credibilità". In ogni caso, "credo che prima del 2024 sarà difficile una diminuzione (dei tassi, ndr) a meno di un rallentamento molto significativo" della crescita. 

 

 

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