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Bce, Lagarde verso il rialzo dei tassi. Ma gli indici colano a picco...

Attilio Barbieri
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 Il manifatturiero dei grandi Paesi della Ue viaggia con il freno a mano tirato. E nel caso della Germania ha addirittura ingranato la retromarcia. Gli aggiornamenti degli indici Pmi sulla produzione industriale arrivati ieri sono tutti negativi. Eppure in settimana quasi sicuramente la Banca centrale europea alzerà nuovamente il tasso di riferimento. «Lo slancio disinflazionistico nell’area dell'euro si è ampliato. Ciò si rifletterà nelle future decisioni su salari-prezzi, contribuendo a una futura diminuzione dell’inflazione core che, erroneamente, è stata presa come obiettivo sostitutivo della politica monetaria». Così Vitor Constancio, ex vicepresidente della Bce, interviene su Twitter in vista del meeting della Bce di giovedì che dovrebbe vedere Christine Lagarde alzare di un altro 0,25% i tassi portandoli così al 4,25%.

Che i prezzi siano in picchiata lo dimostra anche l'indice Pmi flash dell'Eurozona, basatosi su oltre 4000 risposte fornite tra l'11 e il20 luglio dai principali direttori acquisti del vecchio continente. «Si riducono a luglio le pressioni inflazionistiche, con una maggiore deflazione nel manifatturiero associata a una più lenta inflazione nel settore dei servizi», si legge nel report dell'indice più seguito dal mercato perché quasi in tempo reale. Osservando entrambi i settori, a luglio il tasso di inflazione dei prezzi di acquisto è calato ancora una volta e per il decimo mese consecutivo, sino a raggiungere il livello minimo da novembre 2020 e attestandosi ad un livello ancora più basso rispetto alla media a lungo termine dell’indagine. Nel corso dei 25 anni di storia dell’indagine, solo nei sei mesi conclusisi a maggio 2009 si sono registrati nel manifatturiero tassi di contrazione maggiori dei prezzi medi di acquisto rispetto a quelli osservati a luglio. La riduzione dei costi è stata trasferita sui prezzi di vendita manifatturieri, che sono quindi diminuiti per il terzo mese consecutivo e al tasso maggiore da settembre 2009.

 


L'indice Pmi però conferma anche un'altra tendenza: la produzione economica dell’Eurozona di luglio è diminuita al tasso più veloce in otto mesi, segnalando un debole inizio del terzo trimestre. Il peggioramento degli indicatori che anticipano le tendenze future quali l’indice delle previsioni dell’attività futura e quello dei nuovi ordini ricevuti mostra per i prossimi mesi un possibile inasprimento della contrazione spingendo quindi le aziende a rinunciare ai loro piani di assunzione del personale. Il numero secco afferma che l'indice Hcob Pmi Flash del Manifatturiero nell’eurozona a luglio è sceso a 42.7 (a giugno era 43,4), dove 50 è lo spartiacque tra espansione e contrazione. Quello di questo mese è il valore minimo in 38 mesi. «Christine Lagarde continuerà sicuramente a rimanere della propria idea di rialzare i tassi di interesse di 25 punti base nella prossima riunione sulla politica monetaria di fine luglio», commenta Cyrus de la Rubia, capo economista di Hamburg Commercial Bank.

 

 

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