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Smentiti i disfattisti, ecco i dati economici dell'Italia

Roberto Formigoni

Roberto Formigoni
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Ma come va realmente l’economia del nostro paese? Leggendo giornali e riviste di diverso orientamento, affidandosi ai social, il cittadino comune ha le idee confuse, tanto più se i dati e le analisi europee sono scritte con occhi strabici, o se si dà troppo credito alla polemica tra i partiti. Vediamo dunque i fatti, i dati oggettivi, che mentire non possono per definizione: abbiamo la disoccupazione sotto l’8%, siamo quelli cresciuti più di tutti rispetto ai parametri pre-covid (+2,2%), abbiamo il più alto rapporto tra investimenti industriali e prodotto interno lordo, secondi solo al Giappone, il nostro export ha superato i 600 miliardi nel 2022, in più la Commissione europea ha valutato che nel secondo semestre di quest’anno la nostra inflazione dovrebbe scendere al 2,6%.

 

 

Eppure c’è chi parla di recessione, e diffonde paura nella nostra popolazione, invece di infondere la speranza che usciremo dalle crisi che sono alle nostre spalle, perché stiamo crescendo e abbiamo la possibilità reale, concreta, di crescere sempre di più, mettendoci così in grado di risolvere i problemi di quella parte di popolazione che anche da noi ancora soffre, ancora non ce l’ha fatta. «Siamo i distruttori della nostra immagine all’estero» scrive il prof. Marco Fortis della Cattolica di Milano. «Il giornalismo italiano ama descriverci sull’orlo del baratro, e la conseguenza è che le agenzie di rating ci affibbiano una tripla B, perché gli analisti stranieri non conoscono il nostro vivace e competitivo tessuto economico, e si affidano solo al rapporto debito/Pil e alle false suggestioni che noi gli rimandiamo». Approfondiamo l’analisi dei dati: il nostro Pil negli ultimi due anni è cresciuto dell’11%, e siamo a +2,2% rispetto a prima del covid, meglio di tutti gli altri paesi, Cina compresa. Perchè? Perché in questi anni l’Italia ha realizzato un progresso strutturale importante.

 

 

Sia dal punto di vista delle politiche difensive del potere di acquisto delle famiglie, che abbiamo fatto più e meglio degli altri dopo il periodo dell’austerità, sia grazie alle politiche di rilancio economico, a partire dagli incentivi del piano Industria 4.0 avviato dal governo Renzi e ben implementato dai governi successivi. E così siamo i più produttivi in Europa anche nel settore manifattura! Concludendo, va dunque tutto bene, madama la marchesa? No, ho già detto che ci sono ancora fasce di popolazione in sofferenza, abbiamo un debito pubblico enorme (anche se il risparmio privato, di cui nessuno parla, è altrettanto significativo). Ma siamo sulla strada giusta. C’è molto da fare, ma sappiamo che si fa sempre di più e meglio se si guarda la realtà per quella che è, e non per quel disastro che non è ma che molti vorrebbero che fosse. 

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