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Pmi, Maurizio Casasco: continuare a far sentire la nostra voce in Europa

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“Negli ultimi anni le Pmi europee hanno superato e arginato gli effetti devastanti della crisi pandemica dimostrando ancora una volta la grande capacità di resilienza e flessibilità del nostro sistema produttivo capace in tutto il continente di garantire crescita e lavoro. Questo anche a fronte della guerra che si sta ancora svolgendo alle nostre porte, a seguito dell’invasione dell’Ucraina contro la quale abbiamo preso una forte posizione”. Lo ha detto il Presidente di European Entrepreneurs, la Confederazione europea della Piccola e Media industria (27 associazioni, più di 2,4 milioni di imprese e oltre 20 milioni di dipendenti) nonché Presidente emerito di Confapi, Maurizio Casasco, nel corso dell’Assemblea annuale svoltasi oggi a Bruxelles.
 
Il discorso del Presidente si è focalizzato su due argomenti principali: la questione energetica e i rapporti internazionali. “L’Europa – ha detto Casasco deve diventare autonoma nel campo delle fonti energetiche e ricercare in questo ambito la neutralità tecnologica. Da tempo i nostri imprenditori hanno compreso che la sostenibilità ambientale e i processi di digitalizzazione sono non solo un orizzonte imprescindibile ma anche un’opportunità di sviluppo e competitività per le loro imprese. Prendiamo ad esempio il settore dell’Automotive: la quantità di Co2 prodotta nel mondo è di 37 miliardi di tonnellate, di cui solo l’8% è prodotto dai 27 Paesi dell’Unione europea, a fronte di un 50% prodotto da Cina, Usa e India. La Cina inoltre ha stabilito che raggiungerà la neutralità climatica entro il 2060, l’India nel 2070. È quindi necessario rivedere la data del 2035 come termine ultimo per la produzione di autovetture a combustione endotermica. Una deadline che può produrre effetti dirompenti su interi comparti produttivi e sulla forza lavoro, soprattutto in quei Paesi, come Italia e Germania, che hanno nell’automotive e nella filiera di riferimento i loro punti di forza. Altro e non minore rischio è quello di passare dalla dipendenza energetica russa al monopolio cinese delle batterie”.

Da qui l’importanza del ruolo dell’Europa a livello internazionale. “Oggi – spiega il Presidente - noi europei ci troviamo di fronte due grandi competitor: la Cina e gli Usa. Se non si rafforza e accelera, a ogni livello, il processo di uniformità e integrazione europea il nostro continente rischia di rimanere schiacciato e irrilevante nel panorama mondiale: la Cina conta un miliardo e 426 milioni di abitanti, l’India un miliardo e 412 milioni, l’Unione europea, invece, una popolazione di soli 446 milioni di persone. Pur nel ribadire la nostra fedeltà al Patto Atlantico e la nostra vicinanza anche agli Stati Uniti, sappiamo bene che, in ambito economico e produttivo, questi ultimi non fanno sconti a nessuno. L'Inflation Act da poco varato dal governo americano è una mossa che certo non aiuta ad investire nei nostri Paesi che già si trovano a operare in un’Europa che presenta sistemi fiscali differenti, tollerando anche la presenza al suo interno di ‘paradisi fiscali’. A tutto questo si aggiungono costo del lavoro differente, lingue diverse, alto tasso di competizione tra imprese del nostro continente”.
 
“L’anno prossimo – aggiunge Casasco - si svolgeranno le elezioni europee e si presenterà un’ulteriore opportunità di far sentire la nostra voce. Non possiamo rimanere fuori da questo processo: dobbiamo sostenere le forze popolari, liberali e garantiste che da sempre hanno a cuore lo sviluppo della piccola e media industria”.
 
Casasco, dopo un lungo percorso, sia come primo vicepresidente che, come dal marzo del 2021 da presidente, ha accompagnato la Confederazione europea fino al consolidamento attuale. Oggi ha annunciato per i nuovi impegni istituzionali di dimettersi dall’incarico con un anno di anticipo. “Lo scorso ottobre – ha detto in conclusione del suo discorso - sono entrato nel parlamento italiano come rappresentante di Forza Italia, partito da sempre membro rilevante del PPE, il cui vicepresidente, Antonio Tajani, si è sempre adoperato con forza e passione per sostenere le piccole e medie imprese, sia in Italia che in Europa. Sono soddisfatto del lavoro svolto con il vostro supporto e anche consapevole della tanta strada ancora da percorrere. Ritengo che sia giunto il momento di lasciare in mani sicure la presidenza di questa Confederazione, rafforzata e pronta al raggiungimento di nuovi obiettivi. Sarò sempre al vostro fianco, a difendere gli interessi e il valore delle nostre imprese”. Le parole di Casasco, che è stato nominato Presidente onorario, sono state salutate da un lungo e caloroso applauso dell’intera assemblea.

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Di seguito vi proponiamo l'intervento integrale di Maurizio Casasco

Prima di guardare all’oggi e al domani vorrei iniziare il mio intervento facendo un piccolo passo indietro.
Nel 2012 incontrai nel castello di Petersberg, vicino Bonn, Mario Ohoven per chiudere un rapporto di collaborazione con Confapi Brescia, l’organizzazione territoriale del nord Italia di cui ero allora presidente.  
In quell’occasione è nato e poi si è consolidato non solo un rapporto professionale, ma una sincera amicizia sostenuta da stima reciproca.  Quando sono diventato presidente di Confapi ho portato la mia confederazione in Cea-pme. Da allora ho partecipato con piacere a tutte le assemblee di BMFV da Berlino ad Amburgo. La morte improvvisa di Mario Ohoven mi ha colpito profondamente. Un amico con il quale ho condiviso visioni, pensieri e tante battaglie per difendere le Pmi europee. Abbiamo creduto in un’Europa forte e unita che sapesse valorizzare i propri asset e che potesse restare protagonista della storia e dell’economia mondiale.
Proprio per onorare la sua memoria e la sua eredità, nel primo incontro che abbiamo avuto subito dopo la sua scomparsa con l’allora Commissario UE Dombrovskis ho voluto leggere il discorso che Mario aveva preparato per l’occasione.
Sono stato onorato e continuo ad esserlo di aver potuto in questo periodo di mia presidenza di European Entrepreneurs proseguire il cammino da lui segnato.
Abbiamo poi dovuto subire anche la perdita del nostro grande Segretario Generale Walter Grupp, fondatore insieme a Mario di Cea-Pme e straordinario professionista oltre che fiero europeista.
Devo quindi ringraziare Marcus Jerger copresidente, Stefan Moritz attuale segretario Generale e tutti i membri del Board così come quelli dell’Assemblea per avermi sostenuto e supportato in momenti complicati. Seguendo l’esempio di questi uomini straordinari abbiamo superato fasi difficili e rafforzato la nostra Confederazione.
In questo mandato di presidenza mi sono focalizzato essenzialmente su due obiettivi: le tappe e le modalità che dovrebbero condurre le nostre imprese alla transizione gemella e la compattezza e unità di intenti della nostra Confederazione.
Grazie al vostro supporto, come Pmi europee abbiamo superato e arginato gli effetti devastanti della crisi pandemica dimostrando ancora una volta la grande capacità di resilienza e flessibilità del nostro sistema produttivo capace in tutta Europa di garantire crescita e lavoro. Questo anche a fronte della guerra che si sta ancora svolgendo alle nostre porte, a seguito dell’invasione dell’Ucraina contro la quale abbiamo preso una forte posizione.
Come membro del Cese e componente del Board di Presidenza della sezione Int – Produzione, Consumo e Mercato Unico ho portato e promosso anche in quelle sedi le istanze del mondo che rappresentiamo. Abbiamo discusso ad ogni livello i temi dell’energia, della necessità che l’Europa possa divenire autonoma nel campo delle fonti energetiche insieme alla urgenza di ricercare in questo ambito la neutralità tecnologica.
Da tempo i nostri imprenditori hanno compreso che la sostenibilità ambientale e i processi di digitalizzazione sono non solo un orizzonte imprescindibile ma anche un’opportunità di sviluppo e competitività per le loro imprese.
Tutto ciò a patto che non si butti via quanto di buono fatto finora. 
Prendiamo ad esempio il settore dell’Automotive. 
Come ben sapete, è necessario rivedere la data del 2035 come termine ultimo per la produzione di autovetture a combustione endotermica. Una deadline che può produrre effetti dirompenti su interi comparti produttivi e sulla forza lavoro, soprattutto in quei Paesi, come Italia e Germania, che hanno nell’automotive e nella filiera di riferimento i loro punti di forza. Altro e non minore rischio è quello di passare dalla dipendenza energetica russa al monopolio cinese delle batterie. 
Occorre poi proporre a livello europeo un patto per la decarbonizzazione. Un patto attraverso il quale le industrie che intraprendono un percorso di ri-conversione siano accompagnate e protette nello sforzo finanziario, economico e manageriale volto a conseguire i target ambientali e allo stesso tempo a mantenere il livello di competitività necessario per sostenere il confronto internazionale.
Oggi noi europei ci troviamo di fronte due grandi competitor: gli Usa e la Cina.
Pensate solo ad alcuni dati demografici: la Cina, con 1 milione 426mila abitanti, l’India con 1 milione e 412 mila abitanti e l’Europa con una popolazione di soli 446milioni.
Pur nel ribadire la nostra fedeltà al Patto Atlantico e la nostra vicinanza anche agli Stati Uniti, sappiamo bene che, in ambito economico e produttivo, questi ultimi non fanno sconti a nessuno. L’Inflaction Act da poco varato dal governo americano è una mossa che certo non aiuta ad investire nei nostri paesi che gia si trovano ad operare in un’Europa che presenta sistemi fiscali differenti tollerando anche la presenza al suo interno di “paradisi fiscali”. A tutto questo si aggiungono costo del lavoro differente, lingue diverse, alto tasso di competizione tra imprese del nostro continente. 
In molti dei nostri paesi il calo demografico rischia di minare la sostenibilità economia e sociale dei nostri sistemi di welfare a fronte di altri continenti che hanno alti tassi di popolazione giovanile e ignorano le nostre tutele in materia di lavoro, sicurezza e salute.
Rischiamo quindi di fare la fine del sandwich: noi al centro schiacciati tra Cina e USA.
L’Europa si trova quindi di fronte a sfide epocali. Dobbiamo promuovere politiche demografiche efficaci, avere linee guida e azioni comuni in tema di immigrazione, cominciare a ragionare su sistemi di difesa paneuropei anche per quanto riguarda la cyber security.
La crisi pandemica ha mostrato le carenze della nostra supply chain. Dobbiamo agire insieme e cooperare per il reperimento e l’acquisto di materie prime in modo da arrivare preparati ad altre e improvvise crisi. Dobbiamo lavorare insieme per raggiungere laddove possibile l’autosufficienza.
Dobbiamo rafforzare i rapporti tra i vari ed eccellenti centri di ricerca europei e le imprese per innovare non solo nei processi produttivi ma anche e soprattutto i termini di prodotti. 
Dobbiamo arrivare ad una collaborazione europea tra Associazioni di imprese e Università dei diversi Paesi per conseguire brevetti comuni: era un progetto caro a Mario e a me che dobbiamo implementare.
Tra l’altro sono molto soddisfatto di annunciare che proprio ieri ho avuto comunicazione dal Vice Premier e Ministro degli Esteri italiano Tajani (già presidente del Parlamento Europeo) che è stata ufficialmente approvata l’intesa tra Italia, Francia e Germania per portare a Milano la terza sezione distaccata del Tribunale Unico dei Brevetti. Un importante traguardo che rafforzerà ulteriormente la coesione non solo tra questi tre Paesi ma a favore di tutta l’Unione e un passo in avanti importante per costruire l’hub della proprietà industriale in Europa.
Dobbiamo aprire nuovi mercati nell’ottica di essere come europei protagonisti di nuovi equilibri geopolitici. Dobbiamo quindi guardare strategicamente ad un continente di prossimità come quello africano.
Noi come European Enterpreneurs CEA-PME questo percorso lo abbiamo già iniziato nel 2019 con la sottoscrizione a Bruxelles, sotto l’egida della Commissione europea, dell’Alleanza UE-Africa per le Pmi firmata insieme alle dieci organizzazioni più rappresentative dell’economia e dell’industria africana. Per dare concretezza a tale accordo, abbiamo organizzato a Roma ad Ottobre 2021 e in contemporanea a Dakar il Summit UE – Africa che ha coinvolto rappresentanti e istituzioni di 50 Stati africani e che ha visto la partecipazione live e in streaming di oltre 10mila persone.  
Noi riteniamo che il modello delle piccole e medie imprese, possa essere adottato in molti sistemi africani, tenendo presente che questo modello può avere positivi effetti non solo dal punto di vista economico ma anche da quello sociale, in paesi in via di sviluppo.
Stiamo lavorando anche con il Ministro degli esteri italiano Antonio Tajani per intensificare i rapporti con gli stati balcanici parte, non solo geograficamente, integrante dell’Europa perché non dobbiamo e non vogliamo lasciarli a subire influenze diverse.
Non si tratta di temi relegati agli interessi delle singole nazioni dobbiamo insieme sconfiggere le visioni e le politiche che vogliono un’Europa destabilizzata e indebolita. 
L’anno prossimo si svolgeranno le elezioni europee e si presenterà una ulteriore opportunità di far sentire la nostra voce, quella delle piccole e medie industrie europee. Non possiamo rimanere fuori da questo processo per difendere interessi di parte.
Ho cercato di riassumere quanto fatto e quello che ci attende e per il quale bisognerà combattere ancora più uniti e con passione.
Come sapete lo scorso ottobre sono entrato nel parlamento italiano come rappresentante indipendente di Forza Italia, partito da sempre membro rilevante del PPE. 
Sono soddisfatto del lavoro svolto con il vostro supporto e anche consapevole della tanta strada ancora da percorrere. Ritengo che sia giunto il momento di lasciare in mani sicure la presidenza di questa Confederazione, rafforzata e pronta al raggiungimento di nuovi obiettivi. 
Lo faccio con la certezza che Marcus, Stefan e tutti voi la saprete condurre in porti sicuri.
Io sarò sempre al vostro fianco, a difendere gli interessi delle nostre imprese e dell’Europa e i valori della libertà e della democrazia. 
 

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