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Pensioni, maxi-aumenti a luglio: di quanto aumenta l'assegno, fascia per fascia

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Buone notizie per le pensioni minime. Con la legge di Bilancio, il governo Meloni ha fissato il tasso di rivalutazione delle pensioni minime del 6,4 per cento nel 2023 per gli ultra 75enni e dell’1,5 per cento per tutti gli altri beneficiari. Cifra che si va ad aggiungere a quella destinata al recupero dell’inflazione e che porta gli assegni minimi a salire dal 563,74 a 599,82 euro e per tutti gli altri a 572,20. 

 

 

Per legge i rialzi spettano a partire dal primo gennaio. Tradotto: a luglio i pensionati interessati incasseranno, oltre all’assegno aumentato, anche 6 mesi di arretrati relativi alle mensilità comprese tra gennaio e giugno. E per il 2024 l'esecutivo non è da meno. Il governo starebbe formulando un ritocco, da 600 a 700 euro, riservato ai soli pensionati al minimo che hanno superato i 75 anni. Così l'anno prossimo scatterà un aumento percentuale del 2,7 per cento indipendentemente dall’età dei beneficiari.

 

 

Finito qui? Niente affatto: a gennaio 2024 scatterà per la generalità dei pensionati un nuovo adeguamento all’inflazione che dovrebbe superare il 6 per cento. La soglia del trattamento minimo verrebbe così automaticamente portata vicino ai 600 euro. Importo sul quale si applicherebbe l’ulteriore incremento del 2,7 per cento. La rivalutazione è riconosciuta sulla pensione lorda complessiva in pagamento già rivalutata ordinariamente, che deve essere pari o inferiore al minimo. Sono escluse dalla base di calcolo le prestazioni fiscalmente non imponibili, le prestazioni assistenziali, le prestazioni a carattere facoltativo e quelle di accompagnamento. L’incremento spetta per ciascuna delle mensilità, compresa la tredicesima.

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