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Fisco, evasori rovinati dall'intelligenza artificiale: come vengono beccati

Antonio Castro
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Altro che insopportabile tolleranza al “pizzo di Stato” imputato a Giorgia Meloni. Per scovare una bella fetta dei 100 miliardi di evasione (stima Bankitalia), l’Agenzia delle Entrate potrà ricorrere all’intelligenza artificiale. Così da incrociare tutte le informazioni raccolte fino ad ora dalle 150 banche dati.

Incrociando dichiarazioni dei redditi, consumi, capacità di spesa dei singoli con i dati sul risparmio, le proprietà e i miliardi informazioni che (singolarmente) le varie banche dati hanno in pancia salteranno fuori profili dettagliati. Consentendo di individuare potenziali furbetti dalla dichiarazione allegra. Poi certo sarà compito dei funzionari dell’Agenzia delle Entrate andare a scartabellare le singole situazioni pure per evitare di delegare ad un grande fratello fiscale l’accertamento definitivo. L’utilizzo delle potenzialità “investigative” dell’intelligenza artificiale - che impara pure a focalizzare man mano che viene applicata- è solo l’ultima evoluzione di un sistema induttivo nella lotta all’evasione. 

Intanto però lo scoglio che negli ultimi 8 anni ha bloccato il massiccio utilizzo dei dati spremuti dalle singole banche dati appare superato. Dopo un infinito negoziato con il Garante della privacy e una interlocuzione approfondita con Ordini professionali ed associazioni di categoria, lo scorso 19 maggio l’Agenzia delle Entrate ha prodotto uno stralcio del documento di valutazione di impatto sulla privacy dell’uso dei suoi algoritmi “predittivi”. Lo scoop de Il Messaggero contribuisce ad archiviare la polemica sul pizzo di Stato riferito ai piccoli commercianti.

«L’evasione devi combatterla dove sta: big company, banche, non sul piccolo commerciante a cui chiedi il “pizzo di Stato” solo perché devi fare caccia al reddito più che all’evasione fiscale», aveva sintetizzato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo lo scorso 26 maggio a Catania. Definizione da comizio elettorale che aveva suscitato un vespaio di polemiche.

 

Se il governo Meloni andrà rapidamente alla guerra contro l’evasione, utilizzando pure gli strumenti tecnologici più avveniristici, ci sarà poco da rinfacciare alla maggioranza di accarezzare il consenso del bacino elettorale. Ultimamente si è assottigliata la tolleranza verso chi sfoggia macchinoni e vacanze super lusso salvo poi dichiarare meno di un apprendista.

L’altro aspetto - meno evidenziato ma altrettanto importante - è l’intelligenza artificiale declinata in base all’elettorato. Un ulteriore incrocio di banche dati consente di calcolare l’impatto delle misure fiscali sul bacino elettorale. Il consenso raccolto dall’Assegno unico universale per le famiglie con figli ha convinto l’esecutivo ad allargare i possibili interventi, come i 3mila euro di fringe benefit ai dipendenti. I nuovi accertamenti che sono già partiti proprio in questi giorni si baseranno su un mix di attività: i funzionari dell’Agenzia, tramite tecniche tradizionali di incrocio delle banche dati, selezioneranno i contribuenti che presentano delle anomalie fiscali. E a questo punto verranno schierati i cervelloni dell’intelligenza artificiale. L’algoritmo non sarà lasciato libero di selezionare i contribuenti da controllare, ma solo per evidenziare il livello di rischio delle posizioni già selezionate, ovvero come punto di partenza per ulteriori attività istruttorie. 

A questo punto toccherà ai funzionari compiere ulteriori approfondimenti e poi si passerà all’attività di controllo. Una volta c’erano gli studi di settore che determinavano i parametri generali. Adesso sarà possibile incrociare altri parametri oltre alla differenza tra ricavi e costi. Come il numero dei dipendenti. Mettendo a paragone le medie del settore con quanto dichiarato dalla singola impresa concorrente. Mettendo nel frullatore anche i rapporti bancari, i versamenti fiscali, pure le rette scolastiche dei figli dei singoli contribuenti salteranno fuori le incongruenze. Certo c’è la variabile politica ed elettorale. La riforma fiscale affidata al governo è in gestazione. Entro il 2025 dovrebbe vedere la luce. Ma difficilmente prima del 6/9 giugno del 2024, data delle elezioni del nuovo Parlamento europeo.

 

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