Pnrr, Palazzo Chigi su tutte le furie: "Nessuna aggressione". È caos
Dalle opposizioni piovono critiche, ma Giorgia Meloni sul Pnrr vuole solo accorciare i tempi. "Palazzo Chigi vuole solo tagliare lacci e lacciuoli, per andare avanti più spediti", è quanto si vocifera dopo che il premier ha tentato di stoppare i poteri di controllo della Corte dei conti sui 191,5 miliardi di aiuti europei. Eppure lo scontro nelle commissioni riunite della Camera non è mancato. Le opposizioni contestano che il governo non abbia aspettato l’incontro con i giudici prima di formalizzare l'emendamento nell'occhio del ciclone.
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Ed ecco che il Pd è insorto arrivando addirittura a parlare di "democratura", crasi tra democrazia e dittatura. Ma Meloni e ministri sono intenzionati a tirare dritto. "Mai abbiamo attaccato la Corte dei conti", ha tenuto a precisare Raffaele Fitto chiamato a placare gli animi. D'altronde, fa sapere il Corriere della Sera, il presidente del Consiglio sarebbe furibonda. "Nessuna aggressione, il governo ha massimo rispetto di tutti gli interlocutori ma chiede analogo rispetto", ha ammonito a quel punto il deputato di Fratelli d'Italia nonché ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr.
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Palazzo Chigi infatti non avrebbe preso bene le critiche arrivate dall’Associazione magistrati della Corte, che aveva espresso "sconcerto e stupore" per l’emendamento del governo. Ma la Meloni e i suoi sono convinti che i giudici si sarebbero "presi un potere che non hanno", perché verificare gli obiettivi spetta alla Ue e non a loro. Motivo per cui l'esecutivo sta lavorando a una serie di emendamenti da inserire nel decreto sulla P.a per semplificare l’attuazione del Pnrr. Tra gli emendamenti quello che riguarda il "controllo concomitante" da parte della Corte dei Conti e uno sulla proroga del cosiddetto scudo erariale che limita la possibilità di contestare il danno erariale solo ad alcuni casi più rilevanti.