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Def, via libera dal Cdm. La Lega: "Ci si aspettava di più, però..."

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Via libera dal Consiglio dei ministri al Documento di economia e finanza 2023. E se l'Fmi stima che il Pil dell'Italia crescerà quest'anno dello 0,7 per cento, le cifre del governo sono più ottimiste. "Il Consiglio dei ministri approva il Def indicando +1 per cento di Pil nel 2023, contemporaneamente il Fmi indica +0,7. Il tutto mentre stiamo ancora aspettando la pubblicazione dello scorso decreto licenziato dal Cdm sull'emergenza siccità. Ritardi, approssimazione, assenza di investimenti e una crescita asfittica sono la tara di questo Governo", si scaglia su Twitter Stefano Patuanelli, capogruppo M5s in commissione Bilancio al Senato. 

A smentire il grillino ci pensa però Confesercenti. L'associazione che rappresenta le imprese italiane definisce il tasso di crescita dell'1 per cento "alla portata della nostra economia, che ha dimostrato grande solidità nel corso della crisi Covid, così come lo scorso anno in presenza del formidabile rialzo dei prezzi dell'energia. Ma l'erosione del potere d'acquisto delle famiglie e i ritardi sul Pnrr rischiano di compromettere gli andamenti economici del 2023". Complice "la spinta del turismo, che nonostante il persistere di alcune criticità mai risolte, a partire dall'annosa questione della destagionalizzazione, sta recuperando i livelli pre-pandemia, potrebbe contribuire in modo decisivo a conseguire il risultato di crescita atteso dal governo".

Piccolo sfogo dalla Lega. Per mano del capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, il Carroccio contesta i fondi per la possibile riforma delle pensioni: "Con pochi miliardi quota 41 non si fa, questo è chiaro. Dovremmo capire quante risorse avremo e come potremo avvicinarci a quell'obiettivo, che è lo stesso discorso della flat tax. La flat tax al 15 si può fare per tutti subito, ma bisogna avviare un percorso di avvicinamento e poi capiremo cosa si potrà fare. Non ci accontentiamo di una proroga della quota 103, il nostro obiettivo è quello di arrivare a quota 41, e migliorare quello che è stato fatto nella scorsa legge di bilancio, che sul fronte delle pensioni non è stato esaltante". Per Molinari "ci si aspettava sicuramente di più. Su altre partite invece sono stati raggiunti dei risultati più importanti, come ad esempio l'aumento dei regimi minimi per le partite Iva. I conti si fanno con i numeri, quindi vedremo quali sono i fondi a disposizione, ed è chiaro che per la Lega il tema delle pensioni è da sempre prioritario, e se anche non potremmo fare quota 41 per tutti, dal mio punto di vista dovremmo cercare di migliorare la quota 103 uscita l'anno scorso". 

Più ottimista Giancarlo Giorgetti. Il ministro dell'Economia parla della prudenza come "un'ambizione responsabile. Abbiamo davanti a noi grandi sfide, dai cambiamenti climatici al declino demografico della popolazione ma anche notevoli opportunità di aprire una nuova fase di sviluppo". Secondo il leghista, dunque, "è realistico puntare per i prossimi anni ad un aumento del tasso di crescita del Pil e dell’occupazione, lungo un sentiero di innovazione e investimento all’insegna della transizione ecologica e digitale". Nel 2022 il rapporto debito/Pil è risultato pari al 144,4 per cento, 1,3 punti percentuali. Un trend che potrebbe riconfermarsi nel 2023.

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