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Auto usate, rincari-monstre: dove schizzano i prezzi e perché

Luca Puccini
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Rombo di motori sì, però motori di seconda mano. Che qui, tra la crisi dei microchip, quella dei semiconduttori, i tempi d’attesa infiniti per un’auto nuova di zecca e mettici pure l’inflazione che colpisce qualsiasi settore, compreso quello delle quattroruote, comprare una macchina dal concessionario sta diventando un calvario. Sfogli il catalogo, fai un giro di prova, i soldi in tasca ce li hai (non è tanto quello il problema), ma alla fine resti fermo al palo. O meglio, in garage. Solo che il garage è vuoto. C’è-da-attende-qualche-mese. Facciamo-l’ordine-ma-ci-vorrà-del-tempo. Mi-spiace-prima-dell’estate-è-impossibile. E se la macchina ti serve, perché altrimenti mica andresti a comprarne una, per andare al lavoro e per portare i bimbi all’asilo, che fai? «Chi ha impellente necessità di acquistare una vettura, odi cambiare quella che già possiede, deve rivolgersi al mercato dell’usato, dove i prezzi sono schizzati alle stelle», dice Federcarrozieri, l’associazione di categorie che racchiude le autocarrozzerie d’Italia.

 

 


GLI AUMENTI
Fiat 500 1.2 Fonte: Aci Nel senso: «Nel 2022 i costi delle auto di seconda mano hanno subìto un rincaro medio del 24% e si tratta di un fenomeno che sta proseguendo anche nel 2023. Al punto che nei primi tre mesi di quest’anno l’aumento dei listini si aggira introno al più 30%». Poi, ovvio, dipende dall’occasione. Non sono tutti affari sonanti. Conta il passaparola, contano gli annunci sulla bacheca del bar di quartiere. Se conosci il venditore è quasi fatta, se devi passare per un rivenditore autorizzato un po’ meno. Ti tocca trattare. C’è la Panda (non è un esempio a caso, la Panda: è ancora la macchina che fa più passaggi di proprietà in assoluto, quantomeno da noi) con pochi chilometri segnati sul cruscotto, e c’è la Volkswagen Golf immatricolata solo qualche anno prima. Ma il concetto cambia di poco: le auto di seconda mano stanno vivendo un periodo di impennata. È che cambiano persino le nostre abitudini di acquisto. Fino a dieci anni fa compravamo (usata) solo una vettura relativamente recente: appena quattro macchine su dieci sforavano il decennio di viaggio alle spalle. Adesso no, adesso la metà delle cessioni (nel 2021 parliamo di 1,4 milioni di veicoli) riguarda un’auto immatricolata a partire dal 2010. Chiavi in mano, una parola.

 

 


LE ASSICURAZIONI
Con quel che ne consegue, tanto per cominciare a livello di assicurazione: «In caso di sinistri o furti o atti vandalici, le compagnie, per la quantificazione degli indennizzi, fanno ricorso a parametri che forniscono valori ben inferiori rispetto a quelli di mercato», continua Federcarrozzieri. Perché la macchina, per forza di cose, è “vecchia”. Perché ha macinato tanti chilometri, perché è stata immatricolata, forse, quindici anni prima. E tu, intanto, per sederti al volante, sborsi una cifra che si fa sempre più considerevole.

Nei primi otto mesi del 2022 (sono gli ultimi dati disponibili dell’Aci, al secolo l’Automobil club italiano) i passaggi di proprietà per monovolumi e berline sono stati oltre un milione e mezzo (1.778.307, preciso all’ultimo contratto): le nuove immatricolazioni 865.044, praticamente la metà. Quali sono le macchine usate che piacciono di più agli italiani? Sul podio c’è lei, l’intramontabile Panda 1.2 (48.260 compravendite in meno di un anno): il “Pandino”, compatto, a benzina, che “beve” poco e che s’arrampica pure in montagna. Una sorta di best-seller per l’asfalto tricolore. Dietro seguono altre due sorelle di casa Fiat: la 5001.2 (25.615 compravendite) e la Seicento 1.1 (17.860).

Ma tra le più richieste figurano i Suv e i crossover, le station wagon e le city-car. Nel segmento superiore, cioè perle auto con un po’ più di cilindrata, la fa da padrona, nel mercato dell’usato, l’Audi A3: perfetta per chi deve spostarsi sul lungo raggio e vuole un po’ di comodità e anche per chi si muove in città. Tra le ibride, invece, è la Toyota Yaris ad essere la scelta più gettonata dai compratori di seconda mano: consuma poco, tanto basta. E infine ci sono le elettriche, perché addirittura il mercato dell’elettrico usato spinge sull’acceleratore, con la Tesla Model che è un po’ il sogno proibito di tanti. (Parentesi: cambio manuale, addio. Ora ci piace quello automatico). Epperò niente, se perla consegna di una station wagon fiammante ti chiedono di aspettare anche dodici mesi (capita, eccome se capita), la diretta conseguenza è che cerchi altrove. «Il prezzo medio attuale di un’autovettura è pari a 26mila euro», chiosa Federcarrozzieri. Può darsi che incappi nell’affare della vita, può darsi che no. Di certo, se ne hai bisogno, non puoi tergiversare. Il resto lo fa il mercato con la legge della domanda e dell’offerta.

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