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Pnrr, così il governo ha smontato le balle sui fondi europei

Sandro Iacometti
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Come aveva già annunciato nei giorni scorsi, il ministro Raffaele Fitto non solo andrà in parlamento a riferire sul Pnrr, ma è anche «lieto di farlo», ha spiegato il capogruppo di Fdi, Tommaso Foti. Del resto, come ha detto lo stesso responsabile del Recovery, l’appuntamento è «un’opportunità, anzi un’ottima occasione di confronto per approfondire e chiarire il merito delle questioni». Insomma, se le opposizioni pensavano di aver spinto all’angolo la maggioranza, costringendola a nascondersi per non ammettere di aver pasticciato con il Recovery, l’unica cosa che riusciranno a portare a casa sarà l’ennesimo polverone inutile. O meglio, utile a chi in Europa non vede l’ora che l’Italia fallisca per dichiarare chiusa l’era del debito comune e, allo stesso tempo, mettere in castigo una coalizione politica che alle prossime elezioni Ue potrebbe terremotare gli attuali equilibri politici. Anche il tentativo d'infilare il coltello nella piaga delle spaccature della maggioranza è andato a vuoto. Da due giorni Dem, Cinquestelle e Terzo Polo non fanno altro che chiedere ai leader cosa ne pensano delle parole del capogruppo leghista Riccardo Molinari (ribadite anche ieri) sulla necessità di valutare bene l’utilizzo delle somme prese a debito.

 

Giorgia Meloni dal Vinitaly aveva già chiuso la questione, poi, per chi non avesse capito il concetto, è arrivata la nota ufficiosa di Palazzo Chigi. E ieri è stato il turno di Matteo Salvini, principale indiziato della fronda interna. Buttiamo il Pnrr a mare? Macché. «Se c'è qualcosa da rimodulare lo faremo, trasferire fondi su altri progetti non è lesa maestà ma buonsenso. L'obiettivo», ha detto il vicepremier, «è di spendere tutti i soldi e bene, questo diceva Molinari: se ci sono progetti un po' campati per aria, fatti giusto per spendere, no. Però io conto che l'Italia dimostrerà di saper spendere bene i soldi prestati». Se non bastasse, per completare il cerchio, sono giunte anche le dichiarazioni dell’altro vicepremier, Antonio Tajani, secondo cui «i soldi del Pnrr vanno spesi tutti con dei progetti che siano realizzabili. Quindi ci vuole un po' di flessibilità da parte della Commissione europea. Bisogna trattare e vedere come finisce la trattativa». In altre parole, c’è tutta la volontà di portare a casa il Piano, però con realismo e ragionevolezza. Tesi che trova anche l’inaspettata sponda di Paolo Gentiloni. «Bisogna essere occupati pià che preoccupati», ha spiegato il commissario Ue dem, intervenendo a Pavia, «la Commissione lavorerà con il governo per rendere i programmi attuabili».

 


Caso chiuso? Per niente. Costantemente a corto di argomenti che non siano l’antifascismo e i diritti civili, la sinistra non ha alcuna intenzione di mollare il boccone del Pnrr traballante. Il governo dice che andrà avanti? «Pensiamo che il Recovery sia seriamente a rischio e che le parole di Molinari, pur smentite, siano la verità nascosta», ha replicato il neo capogruppo dem Francesco Boccia. Quanto a Fitto, «la disponibilità a riferire in Aula non ci rassicura, sono parole». Il giochino è il solito: è il filone della smentita che non smentisce, delle scuse che non scusano, delle spiegazioni che non spiegano. Una logica che non lascia sperare in un confronto parlamentare particolarmente costruttivo sul Pnrr, con buona pace degli auspici del ministro.

 


In attesa di scendere nell’arena, Fitto sta continuando a testa bassa a lavorare alle possibili rimodulazioni del Piano. E al superamento dei progetti su cui si è incagliata la seconda rata del 2022. Ieri ha visto a Roma il presidente dell'Anci, Antonio De Caro, e i sindaci di Firenze Dario Nardella e di Venezia Luigi Brugnaro per un confronto sulle problematiche connesse ai rilievi sollevati dalla Commissione Ue sull'ammissibilità di alcuni interventi (già approvati sotto il governo Draghi, conviene sempre ricordarlo) nell'ambito dei Piani urbani integrati (stadio Artemio Franchi di Firenze e Bosco di Venezia). Nel corso dell'incontro sono stati approfonditi tutti gli aspetti tecnici «e sono emersi elementi utili che il governo, in sintonia con i sindaci interessati, trasmetterà alla Commissione al fine di superare tutte le criticità riscontrate dalla stessa e, quindi, poter consentire la realizzazione degli interventi previsti». Nel corso della giornata, Fitto ha incontrato anche il Commissario Ue per il Bilancio, Johannes Hahn. Tra i due c'è stato uno scambio di vedute su Pnrr e politica di coesione, con Fitto che ha ribadito «la necessità che, alla luce del mutato contesto internazionale ed economico, l'Ue faccia ricorso alla massima flessibilità nell'uso delle risorse disponibili». 

 

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