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Bce, allarme fondi immobiliari: perché può crollare tutto

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La Banca centrale europea è in allarme per i fondi immobiliari. Dopo il Covid lo smart working non solo non è scomparso, ma anzi è diventato uno strumento prezioso per le molte aziende, italiane ed estere. I vantaggi del lavoro ibrido sono molteplici per i dipendenti, per l’ambiente e ovviamente per le aziende che risparmiano sui costi, ma al tempo stesso c’è un aspetto da non sottovalutare. 

 

 

La tendenza di lavorare sempre di meno in presenza comporta una svalutazione degli uffici, con il settore immobiliare che sta perdendo forza in tutta Europa. Per questo motivo la Bce ha lanciato un allarme: se non si presta abbastanza attenzione ai fondi immobiliari, rischia di saltare tutto. La Stampa ha dedicato ampio spazio alla questione, partendo dal fatto che a breve Unicredit subaffitterà gli spazi della Torre B di piazza Gae Aulenti, nel centro di Milano. L’istituto bancario ormai va avanti con il lavoro ibrido (tre giorni in ufficio, due a casa), così come stanno facendo altri grandi gruppi come Generali, Intesa Sanpaolo e Sky. 

 

 

Il risvolto negativo è che in tutta l’eurozona i prezzi degli uffici sono crollati, con picchi del -20% in Francia, Austria e Finlandia. “In Italia - si legge su La Stampa - quinto Paese per investimenti da parte dei gestori immobiliari, la quasi totalità dei fondi è di tipo chiuso, consente cioè riscatti solo alla scadenza. Ciò dovrebbe evitare svendite e in effetti le valutazioni degli uffici hanno tenuto meglio che altrove (-8%)”.

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