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Twitter, al via la bonifica delle "spunte blu". E il NYT non paga

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Chi si è visto sparire dal proprio profilo Twitter la spunta blu (profilo verificato) avrà pensato che si trattava di uno scherzo d'aprile dell'eccentrico Elon Musk. Invece no. Dal 1° aprile, il social network ha avviato la 'bonifica' delle spunte blu sulla sua piattaforma: chi non ha un abbonamento al servizio Twitter Blue, avrà l'account declassato. L'abbonamento a Blue parte da 7 dollari al mese, poco più di 9 euro in Italia. Le organizzazioni e le aziende che desiderano ottenere una spunta dorata, secondo indiscrezioni riportate dall'Ansa, ma non ancora confermate, dovranno però sottoscrivere un abbonamento da 1.000 dollari al mese, più 50 dollari per ogni account affiliato. 

 

 

Il nuovo regolamento imposto da Elon Musk non è piaciuto al New York Times che, forte dei suoi oltre 54,9 milioni di follower ha fatto spallucce e si è rifiutato di pagare la certificazione. A schierarsi con il Times, anche il sito web Politco e persino la Casa Bianca, che come riporta Axios, non pagherà per la verifica sui profili Twitter ufficiali del suo staff. Non scenderanno a compromessi con le logiche della piattaforma anche molti vip: da William Shatner, il capitano James T. Kirk nella serie televisiva Star Trek, al giocatore della Nfl, Michael Thomas; dal bassista dei New Order, Peter Hook all'attore Jason Alexander che lascerà Twitter.

 

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