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Pnrr, la frustata di Formigoni: quelle competenze che abbiamo lasciato estinguere

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Roberto Formigoni

Roberto Formigoni
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Si parla soprattutto di Pnrr in queste settimane di dibattito politico. E a ragione. Il Pnrr (cioè il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) è la salvezza economica dell’Italia, si diceva ai tempi in cui i nostri governi, soprattutto quello di Draghi, combattevano per alzare il livello del prestito europeo, siamo arrivati alla fine a 200 miliardi. Oggi si dice soprattutto: siamo in ritardo su quasi tutto, rischiamo di non farcela, faremo una figura orrenda e torneremo l’ultimo paese d’Europa. Su che cosa rischiamo di non farcela?

A spendere 200 miliardi da qui al 2026, l’anno limite stabilito dalla Commissione Europea, meglio ancora a spendere bene questa cifra enorme che sono 200 miliardi di euro, quasi 400mila miliardi per chi è abituato a ragionare con le vecchie lirette. E davvero rischiamo di non farcela. Il ministro Fitto, incaricato dei rapporti con l’Europa, l’ha detto chiaramente, ha lanciato l’allarme e ha fatto bene. Siamo in ritardo per tutti i ritardi accumulati in questi decenni di incuria, di non preparazione di progetti realistici per il progresso d’Italia, di non formazione di quadri dirigenti, di tecnici, di impiegati della pubblica amministrazione capaci di gestire correttamente cifre elevate.

 

Ora dobbiamo correre ai ripari, e questo è il compito più urgente e impegnativo del governo. Dobbiamo cancellare alcuni progetti avveniristici che furono ipotizzati quando forse si pensava di avere a disposizione trenta anni e non tre, per esempio: la sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto su gomma, i campi eolici off-shore nel Mediterraneo (cioè le grandi eliche per sfruttare l’energia del vento) sono progetti audaci e futuribili, non realizzabili in pochi mesi. Anche la costruzione di nuovi stadi a Venezia e Firenze ha fatto storcere il naso alla Commissione e prima ancora allo staff di Fitto: che c’entrano con la crescita economica del Paese?

Vanno presentati progetti fattibili e veramente utili, come la costruzione di Ferrovie ad alta velocità dove ancora mancano, un piano per il rinnovamento della sanità che è arrivata a livelli di inefficienza spaventosi, piani di formazione vera e seria a tutti i livelli, dalle elementari ai licei alle università e post-università perchè il capitale umano rimane ancora la nostra principale risorsa. Sono progetti utilissimi, direi indispensabili, fattibili. E sarebbero fattibili anche in tempi brevi, purchè si avesse a disposizione una schiera di funzionari preparati e ultracompetenti. Ma è proprio questo che ci manca, per le colpe del recente passato. Comunque non possiamo e non dobbiamo arrenderci: giù la testa e lavorare, e studiare. Governo e imprese mettano insieme tutte le loro risorse, ne va veramente del nostro futuro.

 

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