Banche e Bce, "chi comanda il gioco". Tria: Europa condannata?
Chi dirige veramente il gioco sulle banche mondiali? Giovanni Tria, ex ministro del governo gialloverde di Lega e M5s tra 2018 e 2019, ha le idee chiare: gli americani. E Christine Lagarde può solamente accodarsi. E' questo, in fondo, il grande limite del sistema-Europa. Le Borse oggi respirano, sull'onda dei salvataggi della svizzera Credit Suisse e della californiana First Republic Bank. Politicamente, però, tiene banco la scelta della Bce di alzare i tassi di 50 punti base. Il vicepremier Matteo Salvini ha parlato di "furore aumentistico" e di "scelte fallimentari" della Lagarde, mentre il presidente di Abi Patuelli avvertiva dei possibili rischi per gli istituti derivati dall'aumento dei tassi. Ma Tria non concorda né con il primo né con il secondo.
"Francoforte ha tenuto il punto - spiega l'ex ministro in una intervista alla Stampa -. D'altra parte cosa poteva fare? Chi governa il gioco è la Federal Reserve americana che continua ad alzare i tassi. Anche per cercare di stabilizzare i cambi e limitare di incrementare l'inflazione importata non credo che la Bce potesse fare altro". Quanto allo scenario internazionale alla luce delle scelte della Fed in Usa e del crac della Silicon Valley Bank e alle difficoltà del Credit Suisse, l'ex ministro Tria analizza che "In realtà quando i tassi salgono, le banche fanno più affari: basta vedere gli enormi profitti registrati l'ultimo anno dalle banche italiane. Gli istituti casomai si lamentavano quando i tassi erano negativi. Che ci fossero problemi per il Credit Suisse era noto, la Silicon Valley Bank ha pagato scelte di conduzione. Certo, alzando i tassi si tende a deprimere i valori obbligazionari che fanno parte del patrimonio delle banche. Però la normalità non sono i tassi negativi, tanto più che quelli reali, considerando cioè l'inflazione, lo sono tuttora. La realtà è che la Bce è stata lasciata sola".
Per Tria infatti "la zoppia europea consiste nel fatto che c'è una politica monetaria ma non esiste una politica di bilancio comune. L'Europa appare sempre più divisa. Chi oggi deve frenare l'inflazione, o la deflazione prima e durante la pandemia, è sempre e solo la Bce. Questa è la distorsione europea. Manca uno strumento di politica economica per controllare la domanda. Strumento che permetterebbe alla politica monetaria, meno selettiva negli effetti sull'economia reale, di essere meno rigorosa".