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Credit Suisse, "correntisti in fuga": flusso di soldi, cosa sta accadendo

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Sempre più diffusi, dopo il crac della Silicon Valley Bank, i timori di ulteriori contagi. Sotto la lente, ora, c'è Credit Suisse, una banca grande che, in caso di fallimento, genererebbe un colossale effetto domino. Per evitare una nuova "Lehman Brothers", si starebbero intensificando in queste ore i contatti tra i banchieri centrali, i vertici del Tesoro dei principali Paesi occidentali e molti banchieri privati. Al momento, come riporta il Corriere della Sera, la priorità è capire quali istituti europei e americani subirebbero perdite nel caso di un fallimento a Zurigo.  Gli istituti italiani, comunque, sarebbero al riparo. 

 

 

 

Escluso, per il momento, un salvataggio pubblico: la banca infatti sarebbe troppo grande per il suo Paese. Si starebbe pensando piuttosto a una vendita. Il problema, però, non sarebbe il prezzo ma la sua struttura. Per essere venduta, la banca dovrebbe essere fatta a pezzi, perché nessuno ora sarebbe disposto a inglobarla intera. A complicare la situazione anche la corsa dei clienti a chiudere i conti per portarli altrove. Se dovesse restare senza cassa, la banca potrebbe letteralmente saltare nelle prossime ore. Il rischio è alto anche se ieri la banca centrale di Berna ha offerto al Credit Suisse un enorme supporto di liquidità.

 

 

 

Ad accogliere molti ex correntisti di Credit Suisse sarebbe il concorrente elvetico Ubs, secondo quanto riportato dal Corsera. I rivali che potrebbero acquisire l'istituto, comunque, vogliono essere certi di non inglobare attività potenzialmente corrosive. Intanto il tempo passa. E la fiducia nelle banche, venuta meno all'inizio col fallimento della Svb in California, sembra vacillare in tutto il mondo. 

 

 

 

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