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Casa, la "patrimoniale" della caldaia: chi verrà spennato

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Dopo il via libera della Commissione europea alla revisione della direttiva Ue sulle "case green" per il miglioramento delle performance energetiche degli immobili, ora spetta all'Assemblea plenaria del Parlamento Ue votare quel provvedimento. Provvedimento che ha come obiettivi la classe energetica "E" entro il 2030 e quella "D" entro il 2033, allo scopo di raggiungere le zero emissioni del settore edilizio entro il 2050. Dopo il passaggio in Parlamento, ci sarà il cosiddetto "trilogo", un negoziato fra le tre Istituzioni europee che porterà alla versione definitiva del testo. 

 

Nella direttiva c'è un obiettivo in particolare da raggiungere entro il primo gennaio 2024: si tratta del divieto di agevolazioni per le caldaie alimentate a combustibili fossili. In realtà, il bonus caldaia in Italia - come riporta il Corriere della Sera - rientra già negli ecobonus ed è rivolto a chi installa sistemi a basso impatto ambientale. Dunque, se il governo dovesse rinnovare gli incentivi anche nei prossimi anni non ci saranno conflitti con la direttiva Ue. 

 

"Attualmente la caldaia può essere sostituita con l’agevolazione del Bonus al 50% per interventi di ristrutturazione semplice - si legge sul Corsera -. L’importo viene riconosciuto come agevolazione fiscale pari al 50% delle spese sostenute per un importo massimo di 30.000 euro per la sostituzione della caldaia e il nuovo impianto deve essere di classe A". Poi c'è l’Ecobonus con l’agevolazione al 65%, che invece prevede la sostituzione della caldaia con una di classe A e l’installazione dei sistemi di termoregolazione evoluti di classe V, VI o VII per il controllo della temperatura dell’acqua in relazione a quella ambientale. Dal 2029, invece, potrebbe scattare il divieto di vendita in assoluto delle caldaie a gas.

 

 

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