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Casa Green, ecco il piano anti-patrimoniale della Lega

Fabio Rubini
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Quella della casa green è la partita più importante che da qui ai prossimi mesi si giocherà in Europa. Se la direttiva europea che impone di ristrutturare gli edifici per renderli eco sostenibili dovesse passare così com’è stata scritta e approvata dalla Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia, sarebbe una tragedia soprattutto per l’Italia, il Paese che ha più proprietari di casa nell’intera Ue. La leghista Isabella Tovaglieri è la relatrice ombra per il gruppo Identità e democrazia, che si batte per affossare questo provvedimento. «Da un anno stiamo negoziando questo dossier, eppure appena il relatore ufficiale, il Verde irlandese Ciaràn Cuffe, ha trovato la quadra con Popolari e Socialisti, si è affrettato a chiudere la partita. I nostri emendamenti? Nemmeno presi in considerazione». Si è arrivati così al voto in Commissione, dove «il Pd ha votato a favore e Italia Viva si è astenuta. Alla fine il provvedimento è passato con 45 voti a favore e 18 contrari. La buona notizia è che il Centrodestra ha votato compatto in maniera contraria. Anche Forza Italia ha deciso di non seguire la linea del Ppe».


COMPATTI
Una buona notizia in vista dell’unico spiraglio che resta per scongiurare l’entrata in vigore della direttiva: «A marzo arriverà in aula, noi presenteremo emendamenti e cercheremo di fermarla, anche se sarà molto difficile. Subito dopo si aprirà quello che tecnicamente è chiamato “trilogo”, ovvero il negoziato tra Commissione europea, Parlamento europeo e Consiglio dell’Ue. È da questa procedura che derivano le nostre la direttiva speranze di mitigare il provvedimento. Nel Consiglio dell’Ue parlano i governi e il fatto che la maggioranza che sostiene Meloni (ma che è divisa su tre gruppi in Europa, ndr) sia stata compatta darà forza alla voce del governo italiano». Soprattutto quello in Consiglio dell’Ue sarà un passaggio importante visto che «la posizione della Commissione europea è talebana e quella dell’Europarlamento è anche peggio. In Consiglio, invece, i governi sembrano più possibilisti verso una mediazione». Già, mediazione, perché per la verità la posizione italiana su questo tema è tutt’altro che intransigente: «Noi condividiamo l’esigenza di avere case con un maggior efficientamento energetico spiega Tovaglieri - ma all’Europa chiediamo due cose: più tempo per adeguare un patrimonio che per il nostro Paese potenzialmente potrebbe coinvolgere 10 milioni di immobili; e poi che l’Europa ci metta delle risorse. Così com’è il provvedimento prevede che gli incentivi vengano messi dagli Stati membri, ma questo non sarà possibile se non aumentando la pressione fiscale e noi non vogliamo mettere le mani in tasca agli italiani. Per questo serve una mitigazione».


SCUSE CHE NON REGGONO
Il Pd ha giustificato il suo voto favorevole col fatto che, grazie a loro, sono state tolte le multe per chi non si dovesse adeguare per tempo, ma l’onorevole Tovaglieri non la pensa proprio così: «Questa è una bugia detta per giustificare il fatto che il Centrosinistra col suo voto contribuirà a questa sciagura. Con le nuove regole, infatti, sarà automatico che le case perderanno di valore. E questo è un problema serio che rischia di avere ripercussioni anche sul mercato del credito. Provate a pensare - analizza l’eurodeputata leghista - a quanti hanno usato la casa di proprietà per garantire mutui e finanziamenti. Cosa credete che succederà una volta che il valore di questi immobili verrà svalutato? Che le banche alzeranno i tassi dei mutui esistenti e che gli italiani faranno fatica a farne di nuovi». Senza contare che in questo modo «si lascia campo libero ai fondi speculativi che, come già successo in Germania, entreranno nel nostro mercato immobiliare e potranno fare incetta di immobili a basso prezzo. È di tutto questo che il Centrosinistra, col suo voto, si renderà responsabile».

 

 


Poi c’è un altro punto che Isabella Tovaglieri vuol mettere a fuoco e che riguarda l’economia che gira attorno all’edilizia: «Ho parlato con gli operatori del settore, quelli che teoricamente dovrebbero essere a favore di questa misura e mi hanno disegnato un quadro tutt’altro che incoraggiante. Mi hanno detto - prosegue l’europarlamentare- non solo che l’obiettivo che si prefigge l’Europa è irraggiungibile nei tempi indicati per mancanza di materie prime e di maestranze, ma anche che si rischia un aumento esponenziale dei costi come e più di quanto accaduto col bonus 110%. Solo che il bonus ha coinvolto 360mila immobili in due anni, qui parliamo di 10milioni in meno di dieci anni...».

 

 


PRONTI ALLA BATTAGLIA
Il punto ora è capire cosa succederà se da qui a marzo non si troverà un compromesso. Anche in questo caso Isabella Tovaglieri hale idee chiare: «Il governo ha già annunciato che farà di tutto per fermare la direttiva. Tutti gli scenari sono possibili, compreso quello già visto coi balletti dei ricorsi e dei contro ricorsi, un po’ come è avvenuto con la direttiva Bolkestein», con una querelle che va avanti dal 2006 e non si è ancora conclusa del tutto. «Davvero all’Europa conviene fare una figura del genere, solo per non voler ascoltare le nostre ragioni e quelle degli italiani? Per noi la casa di proprietà è un vanto e non permetteremo a nessuno di mettere in dubbio il diritto a possederne una...». La chiusura, amara, è sull’indifferenza del carrozzone europeo a quanto gli sta succedendo attorno con il Qatargate. «Qui fanno tutti finta di nulla. Popolari e Socialisti si spartiscono le nomine come se nulla fosse accaduto. Se ne fregano e continuano a tenersi stretti i loro centri di potere».

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