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Benzina, prezzi in picchiata? Ma il governo non si fida

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Benedetta Vitetta
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Per il momento il temuto contraccolpo ai prezzi del carburanti legato al nuovo embargo petrolifero sui prodotti russi non c’è stato. Anzi, semmai nelle ultime ore i prezzi dei carburanti sono in discesa sulla rete nazionale, tanto che ormai si sfiorano diesel e benzina, dopo oltre cinque mesi in cui quest’ultima si stava mantenendo su livelli ben superiori. Una dinamica che è emersa anche dall’analisi messa a punto da Quotidiano energia per cui la benzina self è a 1,868 euro al litro, mentre il diesel self è a 1,874 euro al litro. Sul servito, invece, la benzina tocca i 2,011 euro al litro e il diesel raggiunge quota 2,019 euro al litro.I prezzi praticati del Gpl si posizionano tra 0,797 e 0,827 euro/litro (no logo 0,801). Inoltre il prezzo medio del metano auto attualmente si colloca tra 1,925 e 2,143 euro (no logo 2,010).

 

 

C’è poi da registrare che nelle scorse ore Eni ha ritoccato verso l’alto di 7 millesimi sia benzina sia diesel. Mentre IP e Q8 sono scese rispettivamente di 1 e 2 centesimi sul diesel. Tamoil è arretrata invece di 1 centesimo sulla benzina e ha rincarato di 1 centesimo il Gpl. Fin qui tutto bene soprattutto per gli italiani in special modo per coloro che, per lavoro, utilizzano quotidianamente l’automobile. Ma il governo resta in ansia perché non c’è alcuna sicurezza su quanto questa situazione possa rimanere favorevole. Sarà forse per questo motivo che nelle scorse ore il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha dichiarato che «qualora il prezzo dei carburanti dovesse superare nuovamente i 2 euro, il governo potrebbe intervenire con un taglio delle accise». Replicando la mossa dell’ex premier Draghi.

 

 

Il segretario della Lega ritiene comunque che la benzina non tornerà sopra i 2 euro, ma ha precisato che «l’accordo è che, qualora per situazioni internazionali e problemi non dipendenti dall’Italia, si arrivasse a quell’aumento, l’esecutivo interverrà come è stato già fatto l’anno scorso». Ad entrare più nel dettaglio della questione spiegando quella che è la situazione attuale è poi intervenuto anche Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, che ha parlato al termine del tavolo carburanti al Ministero con le organizzazioni del settore: «I dati del nostro Osservatorio ci confortano: nell’ultima settimana in Italia non vi è stato il temuto impatto del nuovo embargo petrolifero sui prodotti russi» ha detto, «anzi, si è registrata una costante leggera flessione dei prezzi alla pompa. Siamo sulla strada giusta, e questo spero contribuisca a un confronto sereno con operatori e consumatori». Ieri, infine, il petrolio a New York ha chiuso in calo: le quotazioni hanno perso lo 0,52% a 78,06 dollari al barile. 

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