I risparmi degli italiani erosi dall'inflazione. L'analisi di Andrea Pasini
Prezzi alle stelle e inflazione pesano sulle tasche degli italiani. Secondo un’analisi della FABI (Federazione Autonoma Bancari Italiani) sono sempre più numerose le famiglie che si trovano a chiedere prestiti. Nel complesso l’ammontare dei prestiti per consumo e per tenuta dei finanziamenti personali si è attestato a 256 miliardi di euro, in crescita dell’1,5% rispetto al gennaio dello stesso anno e superando la tendenza al costante aumento dal 2017, pari all’1,2%.
Nell’arco del 2022, la richiesta dei prestiti al consumo è aumentata di cinque miliardi di euro, con un tasso di crescita prossimo al 5% e ben superiore anche all'incremento medio dei mutui per l'acquisto di casa (3,8%). Al contempo, il flusso dei finanziamenti finalizzati ha superato i 116 miliardi di euro.
Dati che preoccupano, specialmente perché se la tendenza dovesse proseguire la sostenibilità finanziaria delle famiglie italiane potrebbe essere messa a rischio al peso ancora più influente di rincari e dei tassi crescenti, con conseguenze sociali che corrono il rischio di diventare preoccupanti per quelle famiglie il cui ricorso al credito è già lo strumento per far fronte alle spese di istruzione, spesa, viaggi, sport, famiglia e bollette.
Sempre guardando l’analisi di FABI, sembra però che alcune famiglie non possano fare a meno di ricorrere a prestiti per far fronte a questa nuova crisi. Dopo quattro anni di costanti aumenti, nel 2022 il saldo totale dei conti correnti delle famiglie è, infatti, diminuito di quasi 20 miliardi di euro.
Un comportamento “insolito” per gli italiani che sono sempre stati inclini al risparmio. Solo per fare un esempio, dal 2017-2022 i conti sono sempre cresciuti, superando addirittura quota 1.000 miliardi, con una tendenza all’accumulo superiore ai 212 miliardi di euro. Analizzando i saldi dei depositi bancari vediamo infatti come a fine 2017 l'ammontare complessivo era a quota 967 miliardi, a fine 2018 a quota 990 miliardi (+23 miliardi), a fine 2019 a 1.044 miliardi (+54 miliardi), a fine 2020 a 1.110 miliardi (+66 miliardi) e a fine 2021 a 1.144 miliardi (+34 miliardi).
Il 2022 ha visto un crollo del potere d’acquisto delle famiglie italiane che ha costretto i cittadini ad attingere alle loro riserve per far fronte ai maggiori costi, dando il via a questa pericolosa controtendenza.
Con oltre 10,5 milioni di famiglie a rischio servono, da parte del governo, politiche fiscali più incisive, volte ad aumentare il reddito disponibile.