Il governo Meloni arma Kiev? Scandalosa Repubblica: come titola
Ieri il quotidiano la Repubblica ha fatto il capolavoro. Prima pagina con l’enorme fotografia di un carro armato che fa fuoco e titolone bum-bum-bum: “Escalation”. Perché escalation? Perché, spiega il giornale diretto da Maurizio Molinari, «i Leopard 2 tedeschi e gli Abrams M1 americani saranno presto inviati in Ucraina». Poi l’avviso: «Corruzione nel governo a Kiev». E infine il cucchiaio nel budino domestico: «Via libera a nuove armi italiane».
Ebbene, tutto il fagotto che cosa significa? Che la Nato e l’Occidente, Italia inclusa, mirano all’escalation fornendo aiuto militare a un governo corrotto. Che è anche una teoria, per carità, ma assomiglia parecchio al reportage arcobaleno secondo cui la pace va a rotoli non per colpa di chi fa la guerra ma per colpa di coloro che vi resistono e di quelli che li aiutano, e poi a ben guardare si rischia di dare armi a dei poco di buono.
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Ovviamente è escluso che con questa rappresentazione c’entri qualcosa il fatto che a mandare armi non sia più l’Italia gestita da un governo partecipato dal Pd, ma l’Italia occupata dalla destra pericolosa; né avrà avuto peso che il medesimo Pd abbia votato a favore non perché ci credesse veramente - ha dato segno di non crederci per niente - ma solo per non fare completamente la figura del partito-canaglia. Resta che parlare di “escalation” non quando gli aggressori bombardano la gente ucraina, ma quando le democrazie del mondo mandano mezzi per proteggerla, denuncia il malinteso per cui il pericolo da scongiurare non è il tranquillo progresso bensì l’efficace contrasto dell’operazione speciale.
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