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Meloni e spread, la caporetto dei gufi: cosa accade sui mercati

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Giorno dopo giorno, gufi e sinistra sempre più smentiti. Si parla dei dati economici che fotografano il nostro Paese, quei dati che autorevoli soloni e compagni assortiti prevedevano instradati su una pista disastrosa col governo di centrodestra e con Giorgia Meloni premier. 

Bene, è sempre di più l'esatto opposto. Si pensi per esempio alle cifre relative allo spread. Anche oggi, giovedì 12 gennaio, cala infatti il differenziale tra Btp italiani e omologhi Bund tedeschi. Lo spread si assesta infatti a 184 punti, dopo aver toccato in apertura anche i 182 punti base. Il redimento dei titoli di Stato decdennali, in virtù di questi spostamenti, cala sotto il 4%, posizionandosi al 3,976 per cento.

Buone nuove anche dalla borsa di Milano, che procede in rialzo in sintonia con le altre piazze europee. Gli occhi degli investitori oggi sono puntati sulla diffusione dell'inflazione negli Stati Uniti e del bollettino mensile della Bce. L'Ftse Mib sale dello 0,47% a 25.666,69 punti. Tra i titoli migliori Cnh Industrial e Iveco che salgono rispettivamente dell'1,53% e dell'1,46%. Bene anche Enel (+1,42%) e Telecom (+1,22%). In deciso calo invece Campari che perde oltre il 2%. Male anche Diasorin che cede l'1,11%. 

Insomma l'Italia viaggia e viaggia bene, così come vi raccontavamo sull'edizione di Libero in edicola domenica 9 gennaio. Come vi raccontavamo, infatti, dalla vittoria del centrodestra a Piazza Affari l'indice Mib è cresciuto del 18 per cento. Crescita che ora si sta consolidando. Per quanto il caro-benzina pesi sul quadro economico.

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