Bollette e non solo, stangata da 2.380 euro: chi sarà travolto
Dopo il salasso subito nell'anno che sta per finire, le famiglie italiane devono prepararsi a un 2023 di nuovi rincari. Stante l'imprevedibilità della situazione internazionale, l'Osservatorio nazionale Federconsumatori ha fatto una simulazione dei probabili aumenti destinati ad abbattersi sui nostri budget familiari nel corso dei prossimi dodici mesi. Complessivamente l'aggravio di spesa sarà in media di oltre 2.380 euro per ogni nucleo familiare e a trainare i rincari saranno ancora i costi energetici. Non soltanto sulle bollette. «Il rialzo del costo di energia elettrica e gas si stima perduri, a fasi alterne, anche nel corso del prossimo anno e sarà aggravato, da aprile, con la cessazione prevista dal governo delle misure di sospensione degli oneri di sistema, determinando ricadute insostenibili sui bilanci delle famiglie», dice Federconsumatori. Naturalmente non è detto che l'esecutivo non decida di prorogare la sterilizzazione degli oneri di sistema ben oltre marzo. Ma a normativa vigente la sospensione dovrebbe interrompersi alla fine del terzo mese dell'anno nuovo.
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BOLLETTE FUORI CONTROLLO
Le voci più pesanti, nelle previsioni dell'Osservatorio Federconsumatori, restano le tariffe di luce e gas, con rincari medi del 38%, che valgono ben 880 euro in più a famiglia. A seguire gli aumenti per l'alimentazione, con prezzi in crescita del 9,2%. Il carrello della spesa alimentare sarà più caro di 683 euro in ragione d'anno. Segue il costo aggiuntivo per i trasporti, pari a 295,13 euro, i prodotti per la casa, più 101,98 euro, in crescita del 3,2%, le spese per la ristorazione destinate a lievitare di 95,68 euro, vale a dire del 5,9%. «Appare evidente», afferma il presidente di Federconsumatori Michele Carrus, «che di fronte ad aumenti di questa portata, lo stanziamento per la carta risparmio spesa e la sterilizzazione degli oneri di sistema fino a fine marzo non sono sufficienti ad aiutare efficacemente le famiglie».
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CETO MEDIO NEL GORGO
Fra l'altro la nuova stangata che si profila per il 2023 rischia di far saltare il budget anche a molte famiglie del ceto medio chiamate a sostenere aumenti superiori ai 2.380 euro annui ipotizzati dall'Osservatorio Federconsumatori. Difficilmente praticabili i rimedi suggeriti da Carrus che auspica ulteriori aumenti di tassazione per le rendite e addirittura un prelievo «fino al 100% dei superprofitti oltre una soglia accettabile fatti dalle aziende energetiche, ma introducendo una tassazione anche sugli extraprofitti realizzati dalle società che operano nei settori creditizio, finanziario, farmaceutico e nell'e-commerce». In buona parte, infatti, per le filiere produttive gli aumenti di materie prime ed energia, sono solo delle partite di giro. E non sempre i costi di approvvigionamento sono scaricati interamente sui clienti finali, altrimenti l'inflazione sarebbe stata ancora superiore. Le banche, poi, stanno raddrizzando soltanto ora i bilanci, dopo anni di tassi a zero che hanno fatto sparire i margini sulle attività tradizionali di intermediazione. Proprio ieri la quotazione del gas al Ttf di Amsterdam, dopo settimane di cali, è tornata a salire: +4,56% a 83,7 euro al megawattora.